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Il futuro ruolo di Novara, “cerniera” fra Piemonte e Lombardia, ma con una sua identità

La Lega cittadina ha concluso la sua tre giorni negli spazi della pista di hockey di viale Buonarroti ospitando i presidenti Alberto Cirio e Attilio Fontana. Terzo valico e Tav una grande opportunità, ma servono più risorse per le infrastrutture

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A Novara, per la sua posizione strategica fra Piemonte e Lombardia, verranno offerte delle opportunità che dovrà saper sfruttare fin da ora. Lo ha detto venerdì sera il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti intervenendo alla seconda delle tre serate che la Lega cittadina ha organizzato negli spazi della pista di hockey di viale Buonarroti; lo hanno ribadito sabato nell’incontro conclusivo i presidenti delle due regioni, Alberto Cirio e Attilio Fontana.


«La nostra è una città che ha l’ambizione di crescere e svilupparsi – ha detto il sindaco Alessandro Canelli nell’insolita veste di moderatore dei due ospiti – ma si trova anche al centro di un territorio di area vasta che abbraccia quattro province del Piemonte nord-orientale. Un territorio che pur subendo l’influenza di Milano è sempre legata a Torino, ma vuole mantenere la sua identità». Cosa può dunque fare questo territorio per dialogare nelle migliori condizioni possibili con i due enti, ma allo stesso tempo cosa possono fare piazza Castello e Palazzo Lombardia «per darci una mano a crescere e rafforzare sempre di più le relazioni istituzionali».


«L’importante – ha detto subito Cirio – è quello di avere una progettualità nostra, con una visione molto chiara degli obiettivi che ci poniamo. E come siao stati vicini nel momento del bisogno e della difficoltà agli amici lombardi, oggi possiamo tenere quella mano stretta per rilanciare la nostra economia. Per fare davvero le differenza». Parole sottoscritte da Fontana, che ha aggiunto: «Il Covid ha anticipato l’evoluzione che il mondo stava avendo. Se prima tutto accadeva a una velocità più lenta, la pandemia ha deto un’accelerata. Occorre intervenire con una visione ben precisa di quello che vogliamo fare nei nostri territori in futuro e partire immediatamente, in qualunque parte. A quel punto essere lombardi o piemontesi sarebbe la stessa cosa. Altro indirizzo è quello riguardante il capitale umano, quindi dobbiamo investire tantissime risorse sulla formazione, universitaria ma anche professionale, che deve essere vista coma altamente qualificata in certi ambiti».


Canelli ha ricordato poi che Novara negli ultimi anni ha cercato di costruire progetti guardando con un occhio a Torino e con l’altro a Milano, ma occorrerebbero adeguate infrastrutture, «cominciando dal ponte per agevolare il collegamento con Malpensa e migliorare le strade».
Quello che manca ai nostri territori sono le infrastrutture, ha risposto per primo Cirio, «peccato che il Pnrr non finanzi proprio le strade. Un grande limite, motivo per cui dobbiamo destinare proprio in questo settore gli altri fondi che arrivano dall’Europa. Io sono fiducioso, anche se per diverse situazioni più che a Roma ci serve interagire con la Svizzera o il Baden Württenberg. Parlando della Tav, chiamata anche Torino – Lione, dobbiamo immaginarla nella sua ampiezza totale, ossia la Lisbona – Kiev che si interconnette con la Genova – Rotterdam. Abbiamo avuto la fortuna di vincere la sfida con i tedeschi che avrebbero voluto farla passare a nord delle Alpi, facendola transitare a sud. Quando sarà completata il Piemonte sarà al centro di tutti i traffici commerciali, con le due tratte che si incroceranno fra Novara e Alessandria. Questo è il futuro e Novara potrebbe diventare capitale di un territorio». Però rimane sempre il nodo del collegamento con Malpensa… «Non credo che ci siamo problemi a trovare le risorse per questa infrastruttura – ha aggiunto Fontana – Dovremo incontrarci e valutare quali potrebbero essere le cose utili e poi… iniziare la battaglia, perché tutti i territori devono essere messi nelle condizioni di avere le stese opportunità».

Ultime battute riservate a ambiente e federalismo. Per Cirio le tematiche ecologiste «non devono essere esclusivamente appannaggio della sinistra. Tutti siamo ambientalisti, purché non diventi un alibi per non fare nulla», mentre Fontana ha ricordato la sua «legge regionale contro il consumo del suolo». Sul primo argomento l’esponente di Alba ha ricordato di «avere ereditato dall’amministrazione Chiamparino una richiesta di autonomia molto “timida”. Noi abbiamo preso in mano questo documento e lo abbiamo implementato. Un esempio è stata la campagna vaccinale, gestita dalle Regioni». Sempre in tema pandemia, Fontana ha ricordato come «senza l’attivismo delle Regioni il disastro sarebbe stato maggiore».

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