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Vendemmia 2023, il Consorzio: «Un’annata difficile e complicata»

Parla la vicepresidente del Consorzio tutela Nebbioli Alto Piemonte, Lorella Antoniolo: «Il particolare andamento climatico ha influito, ma il risultato si prospetta soddisfacente». Per Paolo Rovellotti e Silvia Barbaglia: «Meno resa ma una maggiore qualità»

Vendemmia sempre più condizionata dai cambiamenti climatici. A questa situazione non si sottrae quella dell’anno solare ormai quasi agli sgoccioli, caratterizzato da particolari andamenti meteorologici. Piogge e anche qualche grandinata hanno interessato il Novarese nello scorso mese di maggio, a cui ha fatto seguito un’estate siccitosa ma anche due mesi – settembre e ottobre – che hanno permesso una completa maturazione delle uve.

Numeri precisi non sono ancora disponibili, ma gli addetti ai lavori possono già trarre qualche conclusione.

Che vendemmia è stata quella di questo 2023 e come saranno i nostri vini? «Visto l’andamento climatico sicuramente si è trattata di un’annata difficile e complicata – ha detto Lorella Antoniolo, vicepresidente del Consorzio tutela Nebbioli Alto Piemonte e produttrice del noto Gattinara Docg – A livello personale, parlando della mia azienda, possono ritenermi soddisfatta, ma credo si possa dire lo stesso in termini più generali. E’ presto per parlare di volumi complessivi, ma riteniamo che a fronte di una resa inferiore si prospetta una maggiore qualità».

Un’analisi condivisa da Silvia Barbaglia, che a Cavallirio produce tra l’altro il Boca Doc: «Quest’anno abbiamo registrato una forte escursione termica in vigna, dove alle temperature basse nelle ore notturne si sono succedute decisamente più alte di giorno. Questo ha permesso tra l’altro il formarsi di una particolare rugiada sugli acini al mattino, per poi “asciugarsi” con il sole. Il risultato dovrebbe essere quello di avere un vino particolarmente profumato».


Paolo Rovellotti, dell’omonima azienda che a Ghemme vinifica la Docg con il nome della località, ha parlato anche lui di «un’annata difficile, che ha interessato anche diverse fitopatologie della vite. Superata questa inconvenienza con grandi sacrifici – ha continuato – abbiano registrato caldi e freddi che hanno portato a un vero e proprio ritardo, circa una quarantina di giorni, nella maturazione delle uve. Fortunatamente il bel tempo delle ultime cinque settimane ci ha permesso una raccolta che, se dal punto di vista della quantità sarà minore (qualche produttore ha dichiarato una perdita secca vicina al 50%, ndr), ci consentirà di produrre un vino di alta qualità. Personalmente ho vissuto una cinquantina di vendemmie, ma posso dire che quella di quest’anno non riuscirò a dimenticarla…».

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Luca Mattioli

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