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Attilio Fasulo riconfermato segretario Cgil: «Crisi dell’industria territoriale, serve un tavolo di confronto»

Eletto per la terza volta nei territori di Novara e del Vco, parla degli interventi più urgenti: tavolo locale per la logistica, destinazione area vecchio ospedale, morfologia occupazionale

«L’obiettivo dei prossimi anni è quello di dare vita a una piattaforma territoriale in grado di affrontare temi trasversali affrontando in maniera complessiva le sfide che ci attendono». A parlare è il segretario generale di Cgil Novara e Vco, Attilio Fasulo, rieletto per la terza volta durante l’assemblea generale che si svolta martedì 10 gennaio al Teatro Maggiore di Verbania.

Segretario, quali sono i grandi temi che il territorio è chiamato ad affrontare?

Innanzitutto la crisi in cui versa l’industria. Il nostro territorio cresce e muta in modo complesso dando spazio alla logistica e all’offerta commerciale, ma senza tenere conto che in questo modo il lavoro perde valore perché, a parte qualche esempio virtuoso, non è più stabile ed è mal retribuito. Le poche aziende che operano seriamente non bastano a risolvere il problema: è un declino costante. Serve un tavolo di confronto e una regia: è necessario fare un salto di qualità immaginando il modo per uscire da questa situazione.

A proposito di tavoli, a che punto è l’iter di attuazione del tavolo per la logistica territoriale?

A un punto morto perché la nostra richiesta è caduta nel vuoto. Rilanceremo la proposta, ma non possiamo pensare che questa venga reiterata nel tempo senza ricevere risposte. Credo che la questione vada comunque affrontata a livello regionale, in particolare sul tema dei trasporti che continua a presentare problemi di trasparenza e legalità.

Di legalità parla. Un aspetto al centro dell’incontro che si è svolto martedì in Prefettura con la firma del Protocollo di legalità per il nuovo ospedale.

Anche quello della Città della Salute è un argomento articolato per il quale non riesco a vedere un ragionamento complessivo, in particolare per quanto riguarda la riqualificazione di ciò che sarà il vecchio ospedale. Quando eravamo stati interpellati dal Comune avevamo proposto di creare in quell’area una cittadella del lavoro, un polo di qualità per le imprese e per la formazione dei lavoratori collegata all’Università e alla Scuola edile. Il timore è che lì andranno a insediarsi nuove attività commerciali se non ci saranno idee valide e concrete. Dobbiamo impedirlo.

Nel suo discorso di insediamento ha parlato di “cambio di passo”. Che cosa intende?

Mi riferivo al sindacato che rappresento e al fatto che sia necessario aprirsi di più, cambiare pelle e guardare a quelle che categorie che spesso vengono viste con diffidenza: i giovani, i migranti e le donne. In particolare ho lavorato negli ultimi otto anni affinché ci dotassimo di programmi a favore di un ricambio dei gruppi dirigenziali in senso femminile: in parte ci sono riuscito, ma c’è ancora molto da fare. Inoltre penso sia essenziale condividere con maggiore collegialità le problematiche e diventare davvero più confederali. A marzo è in programma un convegno durante il quale saranno presenati i dati occupazionali dei territori del Novarese e del Vco, i punti di forza e le debolezze, le opportunità e i settori in declino. Sarà anche un’occasione sdi confronto e di incontro fra le nostre categorie.

Per concludere, le tre parole d’ordine del 2023.

Radicalità di cui non si può fare a meno in un percorso democratico, nelle azioni e nelle convinzioni. Cambiamento necessario per una società in cui c’è troppo squilibrio e che deve essere invertita. Innovazione per dare a tutti l’opportunità di accedere a servizi alla base di una società civile e contemporanea. Il motto del nostro congresso è stato “Il lavoro crea il futuro”. È solo attraverso quest’ultimo che possiamo costruire un percorso granitico che guarda al domani.

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Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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