L’Università del Piemonte Orientale compie un passo decisivo nel campo della ricerca biomedica con l’inaugurazione dei Biosafety Research Laboratories (BRL), i nuovi laboratori di biosicurezza situati al centro Ipazia di Sant’Agabio, cuore pulsante della ricerca universitaria novarese.
Si tratta di un investimento strategico per tutto il territorio del Piemonte Orientale, realizzato grazie ai fondi dell’Ateneo e al contributo della Regione Piemonte attraverso i bandi INFRA-P. I nuovi BRL consentiranno la manipolazione in sicurezza di agenti infettivi ad alto rischio biologico, colmando una lacuna strutturale nella rete scientifica regionale e offrendo nuove opportunità di sviluppo per la ricerca accademica e industriale.
I laboratori, di livello di biosicurezza 3, rappresentano un’infrastruttura di avanguardia e saranno a disposizione non solo dei ricercatori Upo, ma anche degli ospedali di Novara e Alessandria, enti pubblici e aziende biotecnologiche, in un’ottica di apertura e collaborazione. L’obiettivo è promuovere sinergie tra mondo accademico e produttivo, favorendo la nascita di progetti competitivi a livello nazionale e internazionale e potenziando la capacità di risposta a infezioni emergenti e riemergenti.
Durante la giornata inaugurale, aperta dai saluti istituzionali del rettore Menico Rizzi, sono intervenuti Claudio Tambornino, dirigente della Divisione Edilizia, E-procurement, Patrimonio e Sicurezza dell’Ateneo, e Marisa Gariglio, direttore scientifico di Ipazia–CAAD.
Tambornino, che ha progettato la struttura, ha illustrato nel dettaglio i numeri dell’intervento: 1 milione e 600 mila euro il costo di costruzione per un investimento complessivo di 2 milioni e 700 mila euro. A questi si aggiungono 435 mila euro della Regione Piemonte e 145 mila dell’Upo, per un totale di 580 mila euro provenienti dal bando INFRA-P2, destinati al potenziamento dei laboratori. Inoltre, nel 2025 è stato investito un ulteriore 1 milione e 480 mila euro tramite il bando INFRA+. L’intervento ha interessato una superficie di 126 metri quadrati al primo piano di Ipazia: i lavori sono iniziati nel marzo 2024 e si sono conclusi nel febbraio 2025. I nuovi laboratori sono dotati di tecnologie di altissimo livello, in linea con gli standard internazionali di biosicurezza, garantendo la massima sicurezza sia per il personale che per la manipolazione dei materiali trattati.
«I laboratori non aprono oggi, ma sono già pienamente operativi – ha spiegato Rizzi – e rappresentano un tassello di una visione sistemica che guarda all’Europa. La Regione sta svolgendo un ruolo importante di supporto agli atenei piemontesi, finanziando progetti infrastrutturali che ci consentono di competere a livello internazionale. Ora è nostra responsabilità garantire che questi investimenti producano un ritorno superiore a quanto speso, anche attraverso la partecipazione e la vittoria di bandi competitivi europei».
Presente anche il sindaco di Novara, Alessandro Canelli, che ha voluto ricordare il contributo dell’ex rettore Giancarlo Avanzi, «che durante il periodo del Covid ha cominciato a progettare e intercettare i fondi necessari. Per la città si tratta di un upgrade fondamentale: l’Upo si sta sempre più caratterizzando come polo di eccellenza a livello internazionale, e avere qui laboratori di questo livello significa innanzitutto garantire sicurezza e sviluppo per i cittadini».
L’assessore regionale alla Ricerca, Matteo Marnati, ha sottolineato la visione di lungo periodo che ha portato alla nascita dei BRL: «Ricordo le riunioni durante il Covid, quando capimmo la necessità di strutturarci per fronteggiare eventuali nuove emergenze. I fondi che oggi vediamo concretizzarsi derivano dai progetti INFRA-P e INFRA+, con i quali la Regione ha investito 60 milioni di euro per sostenere tutti i progetti di ricerca piemontesi. È la prova che essere lungimiranti paga, soprattutto quando si investe in scienza e innovazione».