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Via alla seconda fase di vaccini. Moia (Asl): «Il problema è il personale»

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Via alla seconda fase di vaccini. Moia (Asl): «Il problema è il personale». Oggi, mercoledì 17 febbraio, ha inizio la nuova campagna vaccinale sulle forze dell’ordine under 55 e venerdì 19 sul personale scolastico entro il 55esimo anno di età. Quattro le strutture dedicate sul territorio provinciale: il PalaVerdi di Novara, il centro prelievi di Arona e Borgomanero e il poliambulatorio di Trecate.

Il vaccino utilizzato è quello di Astrazeneca conservato a temperatura di frigorifero e che prevede la seconda somministrazione a dieci settimane di distanza dalla prima. Il personale scolastico prenotato alla data di ieri era di 3224; per aderire è necessario registrarsi sul sito www.ilpiemontetivaccina.it e si ricevereà l’appuntamento via sms; le forze dell’ordine, invece, vengono segnalate direttamente dai comandi di riferimento.

 

 

«L’organizzazione prevede circa 500 inoculazioni al giorno – spiega il dottor Edoardo Moia, responsabile del Sisp dell’Asl Novara – però il problema è il numero del personale. Per il momento dobbiamo provvedere con quello che abbiamo, domani sono in arrivo otto medici e tre infermieri dedicati solo ai vaccini, ma non sufficienti a coprire le necessità; stiamo anche aspettando i primi contributi del bando di Arcuri per il reclutamento di personale sanitario, ma ancora non si sa quando e se arriveranno. Bisogna considerare, infatti, che per gestire in modo adegato due linee vaccinali (quelle ad esempio attivate al PalaVerdi) sono necessari tre medici, due infermieri e un amministrativo oltre al personale per il triage e le osservazione di pazienti post somministrazione. Quello che chiediamo alle persone è di rispettare giorno e orario dell’appuntamento».

Ancora più complessa la campagna rivolta agli over 80 (finora ci sono 7846 adesioni) che avrà inizio domenica 21 febbraio. «Le prenotazioni possono essere effettuate solo dal medico di base – prosegue Moia – attraverso l’apposita piattaforma. Anche in questo caso i pazienti riceveranno l’appuntamento via sms, non c’è altro modo: il consiglio, anche per chi è solo e non ha a disposizione un telefono cellulare, è quello di indicare il contatto di un persona di fiducia che possa ricevere il messaggio. A oggi i medici hanno segnalato circa un 10% di persone che richiedono il vaccino a domicilio perchè impossibilitate allo spostamento; quello che chiediamo è di cercare di recarsi, il più possibile, presso i punti di somministrazione e limitare questo tipo di richiesta al minimo indispensabile proprio perchè diversamente faremmo fatica a provvedere a tutte le istanze».


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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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