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«Un gesto simbolico in un luogo simbolico»

Scoperta nel pomeriggio di oggi, sabato 18 marzo, una targa all'ingresso del negozio dell'associzone “Ohana” di corso XXIII Marzo, locale a suo tempo confiscato alla criminalità organizzata. Una “rete” che permette di monitorare la situazione, «ma la guardia non deve essere abbassata»

Quando lo scorso anno era stato inaugurato il negozio dell’associazione “Ohana” in un locale di corso XXIII Marzo a suo tempo confiscato alla criminalità organizzata era subito, spontaneamente, scattata una proposta: «Perché non ricordiamo la cosa attraverso la posa di una targa?». Ci sono voluti alcuni mesi ma quell’idea è diventata realtà nel pomeriggio di oggi, sabato 18 marzo. Le stesse autorità si sono ritrovate per compiere un gesto simbolico in un luogo simbolico. Tanti sforzi resi possibili grazie all’impegno costante di istituzioni e diverse realtà, ma anche di tanti cittadini.


«Una “rete” costruita su vari fronti – ha detto Ryan Coretta di “Libera” – coinvolgendo lo Stato, gli enti locali, le forze dell’ordine, ma anche altri soggetti come la Camera di commercio, la Fondazione Banca popolare di Novara, l’Ordine degli architetti. Ci tenevamo tantissimo a un momento come questo momento, a pochi giorni dalla giornata dedicata alle vittime della mafia», dove trova un senso coniugare la memoria attraverso le istituzioni e associazioni come “Ohana”. Tanti soggetti che si sono ritrovati in un momento dove l’uscita da un periodo di pandemia ci ha lasciato in una situazione economica piuttosto incerta».


Dal canto suo la “padrona di casa” Anna Ida Russo, presidente di “Ohana”, ha ricordato come «come questo spazio ha permesso di farci conoscere. Nonostante il sisma che ha recentemente colpito proprio Turchia e Siria il nostro impegno e i nostri progetti si intensificheranno, ma il nostro obiettivo rimane quello di riuscire a fare più cose sul territorio».


«Certe cose era meglio scriverle – ha sottolineato il sindaco Alessandro Canelli – E’ giusto tenere alta l’attenzione anche simbolicamente, con un gesto simbolico in un luogo simbolico».


«Il Novarese è un territorio sano – ha aggiunto il prefetto Francesco Garsia – e proprio per questo appetito dalla criminalità organizzata che è diventata imprenditrice. La sfida è ancora più importante dal punto della prevenzione e poi nell’azione di contrasto. Ma bisogna mantenere la guardia alta».


Infine le forze dell’ordine, il braccio operativo rappresentato dal questore Alessandra Faranda Cordella: «La Polizia di Stato e gli altri corpi ce la mettono tutta e non dimentichiamo che sono state anche loro vittime delle mafie. Quello di oggi è anche un momento di memoria nei confronti di tanti servitori dello Stato, che ha finalmente capito che la criminalità va colpita sottraendo i suoi beni».

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Luca Mattioli

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