Ucciso da un colpo di pistola al torace. Così è morto Kamal Kharbouch

Proseguono le indagini della Polizia. Si pensa a uno sgarro maturato nell'ambiente della droga

È stato un colpo d’arma da fuoco al torace, sparato frontalmente e con ogni probabilità da distanza ravvicinata, a causare la morte di Kamal Kharbouch, il giovane marocchino di 21 anni trovato agonizzante nella notte tra giovedì e venerdì scorsi nella piazzetta accanto al sottopasso pedonale di via Gnifetti, tra i quartieri San Martino e Santa Rita.

L’autopsia, eseguita ieri, ha confermato che il proiettile è rimasto conficcato nel corpo senza uscire, provocando una grave emorragia interna che si è rivelata fatale. L’ogiva è stata consegnata alla Polizia Scientifica per i rilievi balistici, utili a stabilire se sia possibile risalire all’arma utilizzata.

Come era già stato supposto nei giorni scorsi, secondo gli inquirenti il delitto è maturato nell’ambiente dello spaccio di droga. La violenza dell’aggressione fa pensare a una punizione o a una vendetta legata a un presunto sgarro commesso dal ragazzo. Su questa pista si sta concentrando l’attività investigativa della Squadra Mobile della questura di Novara.

Gli agenti stanno cercando anche di rintracciare il gruppo di giovani che alcuni testimoni avrebbero visto accanto al ferito intorno all’una e mezza, pochi minuti prima dell’arrivo delle Volanti. Non è ancora chiaro se fossero coinvolti nell’agguato o se stessero tentando di soccorrerlo.

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Immagine di Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Ucciso da un colpo di pistola al torace. Così è morto Kamal Kharbouch

Proseguono le indagini della Polizia. Si pensa a uno sgarro maturato nell’ambiente della droga

È stato un colpo d’arma da fuoco al torace, sparato frontalmente e con ogni probabilità da distanza ravvicinata, a causare la morte di Kamal Kharbouch, il giovane marocchino di 21 anni trovato agonizzante nella notte tra giovedì e venerdì scorsi nella piazzetta accanto al sottopasso pedonale di via Gnifetti, tra i quartieri San Martino e Santa Rita.

L’autopsia, eseguita ieri, ha confermato che il proiettile è rimasto conficcato nel corpo senza uscire, provocando una grave emorragia interna che si è rivelata fatale. L’ogiva è stata consegnata alla Polizia Scientifica per i rilievi balistici, utili a stabilire se sia possibile risalire all’arma utilizzata.

Come era già stato supposto nei giorni scorsi, secondo gli inquirenti il delitto è maturato nell’ambiente dello spaccio di droga. La violenza dell’aggressione fa pensare a una punizione o a una vendetta legata a un presunto sgarro commesso dal ragazzo. Su questa pista si sta concentrando l’attività investigativa della Squadra Mobile della questura di Novara.

Gli agenti stanno cercando anche di rintracciare il gruppo di giovani che alcuni testimoni avrebbero visto accanto al ferito intorno all’una e mezza, pochi minuti prima dell’arrivo delle Volanti. Non è ancora chiaro se fossero coinvolti nell’agguato o se stessero tentando di soccorrerlo.

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