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«Trenta attività del centro hanno chiuso ma due terzi degli addetti non paga la Tosap»: il “j’accuse” di Paladini

Il tema del commercio nel centro storico e non solo al centro dell'attenzione nel Consiglio comunale di ieri, giovedì 20 aprile, con una serie di interrogazioni della minoranza. L'assessore Mattiuz ha ammesso le numerose irregolarità riscontrate

Il commercio cittadino al centro dell’attenzione in occasione del Consiglio comunale di giovedì mattina. Dell’ex Moi abbiamo avuto modo di parlarne a parte (leggi qui), ma nel mirino delle minoranze, attraverso una serie di interrogazioni, hanno finito per trovarsi le molteplici iniziative promosse dall’amministrazione comunale: «Da sempre sosteniamo – ha risposto il vicesindaco Marina Chiarelli nelle vesti di assessore al Commercio – l’organizzazione di eventi con lo scopo di animare la città e promuovere il commercio nell’ambito del territorio. E’ sottoposto a carico dell’organizzatore il compito di verificare il rispetto della normativa regionale che disciplina il commercio su aree pubbliche. Nel corso del corrente anno sono stati tra l’altro autorizzati cinque street food, che non riteniamo siano in concorrenza con l’attività dei mercati rionali presenti».


La consigliera “dem” Sara Paladini, nel dichiararsi insoddisfatta, ha posto l’accento sulla burocrazia che vede coinvolta la Polizia municipale, auspicando che sia l’Assessorato al Commercio «a semplificare la vita agli operatori, se si vogliono davvero salvaguardare le iniziative di tradizione. Altro tema è il proliferare dei mercatini in città, mentre non si organizzano più iniziative nei quartieri. Diverso è vedere piazza Puccini piena in occasione di tutti i weekend con operatori non novaresi. Poi non bisogna stupirsi se chiudono attività storiche».


Questo lo spunto per una successiva interrogazione, dove tra l’altro è emerso, nella risposta fornita dall’assessore Valter Mattiuz, un dato preoccupante: nell’ultimo anno a Novara hanno abbassato la serranda qualcosa come 29 attività di somministrazione. Altri numeri riguardanti i dehor evidenziano invece che molti di coloro che durante la pandemia avevano usufruito di agevolazioni (deroghe ed esenzioni dal pagamento della Tosap) risultano ancora oggi inadempienti.


«Nel 2020 – ha spiegato l’esponente della giunta – erano state chieste 214 autorizzazioni straordinarie per questi spazi, scese a 110 nel 2021, a 12 nel 2022 e a sole 3 nel 2023». Quelle oggi attive risultano essere 178; e meno di un terzo – 55 per la precisione – sono state riconvertite in dehor, tra stagionali e permanenti. Ma il dato significativo inquietante riguarda l’indice di morosità: «Dopo un controllo sui pagamenti eseguito nello scorso febbraio è emerso che 97 su 178 non sono in regola».


Ancora Paladini: «In tutte le categorie si nascondono i furbetti, ma che due terzi degli addetti non hanno pagato la Tosap a fronte di trenta attività del centro che hanno chiuso la dicono lunga delle condizioni in cui versa il settore».

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Luca Mattioli

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