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Tempi dilatati per le opere pubbliche. Moscatelli: «Paghiamo una burocrazia assurda e la carenza di personale»

Le considerazioni dell'assessore a margine delle Commissioni tenutesi ieri e oggi. Due interventi su tre non vengono completati nei tempi previsti, ma per le minoranze «l'amministrazione non riesce a sfruttare i benefici del Pnrr»

l 66% dei lavori (quindi più o meno due su tre) non vengono completati nei tempi stabiliti. E’ forse il dato più allarmante emerso nel corso della commissione dedicata allo stato dell’arte per quanto riguarda le opere pubbliche del Comune di Novara inserite nel Piano triennale 2020-’22. E se in qualche modo la “fotografia” impietosa è stata presentata dalla dirigente dell’apposito settore, l’architetto Cristina Renne, presentando una corposa “lista” comprendente tutti i lavori previsti e programmati dalla vigilia dello scoppio dell’emergenza pandemica a oggi, le minoranze hanno sostanzialmente concordato – seppure con dei distinguo, dai “dem” Nicola Fonzo e Sara Paladini ai “pentastellati” Mario Iacopino e Francesco Renna – che le colpe maggiori andrebbero addebitate all’amministrazione, «incapace di sfruttare gli enormi benefici del Pnrr».


Tralasciando ulteriori considerazioni più di natura politica che i rappresentanti di Pd e M5S si sono riservati in occasione del Consiglio comunale della prossima settimana, sull’argomento ha voluto dire la sua anche l’assessore Silvana Moscatelli, in questo caso titolare della delega al Personale, in occasione della commissione dedicata agli equilibri di bilancio.


«Stiamo pagando – ha detto tra l’altro – certamente non solo noi ma tutte le amministrazioni perché si tratta di un problema nazionale, prima di tutto una pesante burocrazia. Per un intervento occorre presentare un progetto preliminare, uno definitivo e uno esecutivo. Poi occorre predisporre gli appalti. E’ anche questa la ragione per la quale per vedere completata un’opera pubblica può anche trascorrere un intero mandato amministrativo».


Ma non solo. Altra nota dolente è rappresentata «dalla carenza di personale, in un settore nevralgico come quello dei Lavori pubblici. L’impegno degli attuali addetti non è in discussione, ma ce ne vorrebbero di più, perché il lavoro è parecchio. Ci servono geometri ma… non se ne trovano».


E ancora: «Si può procedere con delle assunzioni al termine di un concorso, per legge aperto a tutti i cittadini italiani, ma dovesse vincerlo un siciliano che a distanza di breve tempo chiede il trasferimento, noi ci ritroviamo al punto di partenza…».

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Luca Mattioli

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