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Selfie in terapia intensiva, bufera sull’onorevole Gusmeroli

Selfie in terapia intensiva, bufera sull’onorevole Gusmeroli. «Sono entrato alle 14.00 ho indossato i camici tipici da Ospedale poi la vestizione anticovid che si può fare solo aiutandosi l’un con l’altro. Pensiamo che Medici e infermieri sono completamente coperti come mi vedete nelle foto per sei lunghe ore e non c’è sudore e stanchezza che tenga». Inizia così il lunghissimo racconto pubblicato sul suo profilo Facebook dal deputato leghista Alberto Gusmeroli, ex sindaco di Arona e attuale vice sindaco, al termine della visita nei reparti Covid dell’ospedale di Borgomanero. A detta sua l’invito è arrivato dai vertici di Asl e ospedale: la direttrice dell’Asl Arabella Fontana, la direttrice dell’ospedale di Borgomanero Elisabetta Aliata, il primario di Anestesia e Rianimazione Davide Colombo, il Ddrettore del pronto soccorso Claudio Didino «per dare voce a ciò che succede “vicino alle nostre case”, ciò che spesso vediamo in Tv solo parzialmente e non pensiamo di avere a pochissimo da noi».

Fin qui niente di strano. Il 18 marzo, nella prima giornata dedicata alle vittime del Covid, anche il sindaco di Borgomanero, Sergio Bossi, ha fatto visita in ospedale. Un atto di impegno e solidarietà proprio di un rappresentante delle istituzioni. Lo sconcerto, però, è arrivato nel momento in cui Gusmeroli si è fatto fotografare in terapia intensiva insieme ai pazienti intubati o con la cpap pubblicando il tutto sui social: un atteggiamento irrispettoso e di cattivo gusto non solo nei confronti dei pazienti stessi, ma anche dei parenti che in ospedale non possono mettere piede da più di un anno.

Un comportamento che stride ancora di più con l’appello di due giorni fa del primario del pronto soccorso: «Siamo allo stremo, venite in ospedale solo se necessario».

Su Gusmeroli si è alzato un polverone di polemiche, a detta dei più informati, anche da parte dei suoi compagni di partito che non avrebbero per nulla gradito questa spettacolarizzazione del dolore messa in atto dal deputato leghista. A esprimersi sulla situazione è il vicepresidente del gruppo regionale della Lega, Riccardo Lanzo, che non se la prende solo con Gusmeroli, ma anche con la direzione dell’Asl: «Rispetto e apprezzo la scelta dell’onorevole Gusmeroli nell’accettare l’invito della direzione generale dell’ospededale di Borgomanero, anche come testimonianza di vicinanza delle Istituzioni al personale sanitario impegnato nella lotta contro il Covid. Quello che stona però è la spettacolarizzazione di questa visita, fatta sicuramente in buona fede da Gusmeroli su richiesta dell’Asl, ma che la direzione generale Asl avrebbe dovuto evitare. La direzione generale non presti il fianco a inutili strumentalizzazioni»

A dichiarare pubblicamente la propria contrariertà, è anche il consigliere regionale del Pd, Domenico Rossi: «Conosco molti operatori sanitari che lavorano nell’ospedale di Borgomanero. Da più di un anno stanno lavorando senza sosta e con spirito di abnegazione – dichiara il consigliere regionale Domenico Rossi -. C’è qualcosa che “stona”, però, nella visita di ieri dell’onorevole Gusmeroli, che sfugge alla logica della spettacolarizzazione, dei “like”? Mi sono fatto questa domanda quando ho visto le foto con i pazienti ricoverati in terapia intensiva pubblicate sul suo profilo Facebook. Il problema non è la visita in sé. E’ un bene che chi ha incarichi istituzionali decida di recarsi di persona nei luoghi più esposti per rendersi conto di come funzionano le cose, per portare solidarietà ai lavoratori e ai pazienti o anche per dare un messaggio alla cittadinanza. Ancora di più se invitato. Ma tutto questo va fatto con estremo rispetto e senza cedere alla logica della spettacolarizzazione del dolore. Gestita in questa maniera l’iniziativa rischia di avere un effetto contrario. Perché i confini sono labili e così si manca di rispetto a tutti quei familiari che non hanno potuto salutare i propri cari, che sono morti senza il conforto di un volto amico».

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Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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