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Piemonte, caos tamponi nel giorno dei record allarmanti

In Piemonte il problema resta quello dei  tamponi per individuare le positività al Covid anche se oggi si è toccato il tetto di 14.142. Sono purtroppo da record dall’estate anche i nuovi positivi, 1033 (inclusi casi non registrati ieri), i ricoverati con sintomi, 595, e i pazienti in terapia intensiva, 40. Si deve parlare di record soprattutto perché il rapporto di queste cifre su popolazione è ai massimi fra le regioni italiane: 23,7 ogni 100mila abitanti i nuovi casi (in Italia 14,6), 13,7 i ricoverati (in Italia 9,6) e 0,92 i pazienti in terapia intensiva, massimo rapporto dopo la Valle d’Aosta. Si aggiunga che il Piemonte ha un Rtmedio (indice di trasmissione del virus) a 1,39 secondo l’ultimo monitoraggio di Ministero Salute e Iss relativo alla settimana 5-11 ottobre: è il valore più alto in Italia, seguito dalla Campania a 1,29. Indica un contenimento dell’epidemia se inferiore a 1, valore non superato solo da 6 Regioni.

A fare problema e dibattito sono soprattutto i tamponi. È vero che proprio oggi, 15 ottobre, la nostra Regione ha quasi raggiunto la fatidica quota di 15mila giornalieri da tempo annunciata dall’assessore alla Ricerca Covid Matteo Marnati, ma il numero odierno comprende anch’esso dati non registrati ieri ed è sporadico. Più realistico considerare la media di 8.222 nell’ultima settimana, pur sempre il 13% in più dei sette giorni precedenti. Rispetto alla popolazione il dato odierno piemontese significa 325 tamponi ogni 100mila abitanti, superiore a quello nazionale (270), pari a quello della Lombardia (324), ma inferiore a quelli di Veneto (388) e Liguria (332) solo per guardare alle principali regioni del Nord. Se però si considera il dato medio dell’ultima settimana il Piemonte crolla sotto il livello nazionale ed è la 14ª regione italiana per tamponi eseguiti.

Ancor peggio se si considerano i cosiddetti “tamponi diagnostici” o “casi testati”, cioè il numero di quelli utili a trovare nuovi positivi e che non comprende i tamponi di controllo, anche più volte effettuati sullo stesso soggetto. Oggi sono stati eseguiti in Piemonte 7.607 “tamponi diagnostici”, cifra record che porta la media settimanale a 4.385 giornalieri. Quindi: ancora pochi tamponi per testare e trovare i nuovi positivi (la nostra regione è 17ª fra quelle italiane considerando il dato degli ultimi 7 giorni in rapporto alla popolazione) e un rapporto tra gli utili “diagnostici” e il totale tamponi anche oggi sotto la media nazionale (53,8% contro 60,5%, con la Campania all’80,5%). A fronte di questo c’è l’altro record, quello dell’incidenza dei casi positivi sui tamponi diagnostici eseguiti, cioè il 13,6%, dato elevato e ritenuto preoccupante, superato solo dalla Liguria, a fronte della media italiana all’8,0%, .

 

 

 

«REAGENTI ESAURITI», POLEMICA ANAAO-MARNATI

Sui tamponi rimane anche alta l’attenzione di operatori e amministratori regionali. Il segretario regionale del sindacato di medici Anaao-Assomed, Chiara Rivetti, ha denunciato ieri come “l’Asl To3 sia maglia nera” nell’esecuzione dei tamponi poiché il laboratorio di riferimento di “Rivoli ha esaurito i reagenti”, citando un documento del Dirmei (Dipartimento Interaziendale Malattie ed Emergenze Infettive) secondo il quale l’Asl torinese “lamenta la carenza di 1108 tamponi al giorno, la carenza più grave della Regione”. Una tabella tratta dal rapporto Dirmei e diffusa dal sindacato indica in 6.232 i test mancanti al giorno con l’Asl Novara unica in Piemonte a non mostrare carenze. Rivetti aggiunge che «se i tamponi non vengono eseguiti rapidamente, non vengono individuati i pazienti positivi, né isolati i loro contatti e l’infezione può diffondersi liberamente».

Pronta la risposta dell’assessore Marnati il quale «smentisce nella maniera più assoluta che all’interno dell’azienda sanitaria e in particolare nel Laboratorio di Rivoli manchino o siano mancati reagenti». L’Asl To3 spiega che «aumenterà ulteriormente e in maniera considerevole la capacità di analisi dei tamponi grazie all’acquisto, già deliberato, di un nuovo macchinario (anche questo in consegna), con assunzione di nuovo personale e con l’acquisto di test antigenici rapidi». L’assessore aggiunge che, essendosi sostanzialmente triplicata la richiesta di tamponi sono stati introdotti turni notturni per il personale ed «è stato effettuato un ordine suppletivo di reagenti, in consegna in queste ore». Conclusione dura: «Gettare fango e falsità sull’operato dell’Asl To3 ritengo sia deplorevole. Divulgare una notizia falsa e procurare allarmismo inutile per cercare un po’ di visibilità mi rattrista. Spero non accada più»

Inevitabile la controreplica di Anaao: «I dati riportati nella segnalazione sono quelli ufficiali del Dirmei» e «la carenza dei reagenti per i tamponi nei giorni di domenica e lunedì è una notizia proveniente da una fonte attendibile e verificata». Anaao conclude in modo secco: «che l’acquisto dei macchinari avvenga solo ora e che la domanda di reagenti sia stata incrementata in queste ore non fanno che dimostrare l’impreparazione ad un evento del tutto prevedibile e che avrebbe dovuto coglierci pronti».

DOMENICO ROSSI: «È EMERGENZA»

Sul tema della carenza di tamponi in Piemonte è tornato ancora il consigliere regionale Pd, Domenico Rossi, vicepresidente commissione sanità, insieme al collega Daniele Valle. «Vogliamo la verità sui tamponi, ormai è emergenza. I numeri di questi giorni – affermano – certificano che il sistema è in crisi e che occorre riaprire l’unità di crisi 24 ore su 24. Gli ospedali necessitano di coordinamento continuo sulla gestione della pandemia e dei ricoveri: tra poche settimane, se il trend non si arresta, saremo in crisi».

Rossi e Valle forniscono molti dati, con la situazione a ieri, dai quali «il Piemonte dimostra tutta la sua fragilità». Dalle segnalazioni che riceviamo una risposta è da cercare nei tempi, sempre di più lunghi, tra identificazione di un caso positivo e l’indagine epidemiologica sui suoi contatti stretti. Non basta potenziare la rete dei laboratori, ma anche la rete del personale sanitario che opera sul territorio. I Sisp non sono più in grado di rispondere o di rispondere in tempi ragionevoli».

E attendono che martedì prossimo il presidente Cirio e l’assessore alla sanità Icardi forniscano in Consiglio Regionale un quadro chiaro della situazione.

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Antonio Maio

Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.

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