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Passano in Consiglio anche due varianti urbanistiche per Sant’Agabio

Riguardano alcuni nuovi insediamenti nelle aree dell'ex Wild e fra corso Milano e via Giusti. Per la maggioranza si tratta di due operazioni tese «a riqualificare anche aree abbandonate da decenni», mentre la minoranza ha insistito: «Solo logistica e un nuovo supermercato»

La giunta comunale – e segnatamente l’assessore Elisabetta Franzoni – ha incassato l’ok del Consiglio per altre due varianti urbanistiche nella zona di Sant’Agabio. E, seppure a distanza, visto che la seduta di ieri – lunedì 19 luglio – era tornata a riunirsi con la formula della videoconferenza, non senza qualche polemica. Il primo intervento (nell’immagine), ha illustrato Franzoni, «riguarda un’area tra le vie Wild e Pigafetta e corso Trieste, Stiamo parlando di immobili dismessi da tempo e in stato di degrado per i quali è stata depositata un’istanza di trasformazione fin dal novembre 2018 dagli attuali proprietari». La variante parziale «è finalizzata a un intervento di trasformazione edilizia con un ampliamento dei due edifici esistenti e la realizzazione di uno nuovo con la sistemazione della viabilità interna». A livello di destinazione verrebbe inserita quella produttiva con «un’attività di deposito, stoccaggio e magazzini, nello specifico un’area di rimessaggio camper». Quali le finalità di questa variante? «Chi conosce Sant’Agabio sa che stiamo parlando di un’area caratterizzata da degrado. Gli edifici non sono in stato di pericolo, ma sicuramente risultano sotto utilizzati. Non possiamo inoltre ignorare i benefici che deriveranno all’area una volta effettuati questi interventi, sotto il profilo ambientale, viabilistico e di dotazione di servizi al quartiere stesso».


Parole che non hanno convito il capogruppo del Pd Rossano Pirovano: «Se devo pensare alla mia visione di ambiente questo progetto rappresenta esattamente il contrario di quello che io immagino. L’assessore non ha voluto utilizzare il termine “logistica”, ma di fatto stiamo riportando in quella zona dei camion, a poche decine di metri da abitazioni e dall’università. Se pensiamo a una riqualificazione di Sant’Agabio questa è una visione completamente sbagliata».
«Ho vissuto per molti anni in quel quartiere – così per la maggioranza Michele Contartese (Fratelli d’Italia) – e le esigenze di chi vi abita. Il progetto prevede una zona di verde. Non ci sarà movimento di mezzi pesanti». «Storicamente si tratta di una zona della città a vocazione industriale – ha aggiunto Valter Mattiuz (Forza Novara) – Questo progetto prevede una forma di logistica “leggera”. Forse non sarà il massimo, ma è un passo avanti».
«State confermando la vostra politica del territorio – questa la controreplica di Nicola Fonzo (Pd) – lasciando ancora una volta mano libera al privato». Per Mario Iacopino (Movimento 5 Stelle) «ogni variante al Piano regolatore rappresenta un passo verso la distruzione della città. Non vedo programmazione». «Ci troviamo di fronte a delle critiche – si è inserito nel dibattito lo stesso sindaco Alessandro Canelli – su una cosa che finalmente è iniziata: la riqualificazione di un’area rimasta abbandonata per decenni. Non si può sperare di recuperare senza un interesse anche da parte del privato».


Delibera al termine approvata con 19 sì e 4 contrari, come avvenuto nel pomeriggio con la seconda proposta, riguardante, come ha spiegato ancora Franzoni, «una parziale variazione di una porzione dell’isolato denominato “ex area Snam Rete Gas” tra le via XXV Aprile e Moncalvo per il trasferimento di un insediamento commerciale di media struttura di vendita alimentare». Un progetto che prevede tra l’altro «la ridefinizione della rotatoria su corso Milano, mantenendo l’attuale dimensione della stessa ma con l’introduzione di un sesto braccio, salvaguardando un esistente piccolo parcheggio e riqualificando l’area verde esistente nei pressi della Lidl di via Casorati». Gli edifici esistenti saranno demoliti, lasciando spazio a uno nuovo di tipo commerciale, che per la maggioranza «contribuirà ad aumentare i servizi per la cittadinanza», ma che invece Iacopino ha bollato come «l’ennesimo supermercato».

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Luca Mattioli

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