Ospedale Maggiore: 110 milioni di patrimonio immobiliare alienabile. Si parte dai terreni, ma la vera sfida è il castello di Vicolungo

Poderi, terreni, alloggi e negozi. Tutti beni provenienti da donazioni che l'azienda ospedaliera dovrà vendere per pagare annualmente il canone di disponibilità

La prima donazione risale al 1300, l’ultima al 2008. Otto secoli di storia per l’ospedale di Novara (poi divenuta azienda ospedaliera universitaria Maggiore della Carità) e un patrimonio immobiliare che attualmente ammonta a 110 milioni di euro tra cui anche il convento dei frati cappuccini di San Nazzaro della Costa.

«Questo è il valore del patrimonio esterno, escluse le strutture occupare dall’ospedale: la sede, il San Giuliano di via Piazza D’Armi e l’ospedalino di Galliate» spiega Domenico Belletti, responsabile del servizio di gestione del patrimonio immobiliare.

Beni che l’azienda ha da poco re-inventariato – con il nuovo valore stimato dai quadri economici – le cui alienazioni saranno funzionali al nuovo ospedale. «Secondo l’accordo di programma del 2016 firmato con Regione, Comune e università, abbiamo assunto due impegni – spiega Belletti -. Il primo è stato quello di acquistare l’area del parco, operazione che verrà portata a termine entro la fine del 2021, manca solo l’atto notarile; l’area dove verranno costruiti gli edifici è già nostra. Il secondo è quello del canone di disponibilità: con i proventi delle vendite immobiliari, l’ospedale si impegna a versare annualmente una quota al soggetto privato che si occuperà della costruzione e della manutenzione della struttura».

Belletti i beni li conosce a memoria uno a uno e inizia a elencare: «I poderi sono 17 dislocati nei Comuni di Novara, Biandrate, San Pietro Mosezzo, Landiona, Vocolungo, Casalino, Borgo Vercelli, Caltignaga, Trecate e Sozzago. I terreni sono tutti affittati, pochi i caseggiati abitati. Penso che la direzione vorrà iniziare l’alienazione proprio da questi, scelta peraltro suggerita dal mercato. Per procedere con le vendite, è necessario indire un’asta pubblica con diritto di prelazione da parte degli affittuari. La trattativa privata è previsa solo nel caso in cui l’asta andasse deserta. Ma nel momento in cui si presentasse un possibile acquirente, si potrebbe comunque pubblicare un bando per manifestazione di interesse».

La stessa procedura è già stata utilizzata negli anni scorsi per l’alienazione del castello di Casalgiate, del cascinino del Terdoppio in corso Milano, dei poderi Colombara a Briona e Pratibrea Novara e del terreno di Sant’Agabio dove è stata costruita la Decathlon.

Più complessa la situazione dei 70 alloggi e delle 15 unità commerciali: «Gli appartamenti, situati a Novara, Casalino e Nibbiola, sono gestiti da Atc per quanto riguarda l’assegnazione – prosegue il dirigente -. I negozi, invece, sono tutti in centro storico e teoricamente tutti vendibili, ma in questo momento alcuni sono vuoti ed è già difficile affittarli».

Ma la sfida più grande è rappresentata dal patrimonio immobiliare di Vicolungo dove, la scorsa settimana, il direttore generale Gianfranco Zulian, accompagnato dal sindaco, Marzia Vicenzi, ha effettuato un sopralluogo: «Il castello con il suo terreno, lascito del 1601 di Gerolamo Gritta e che rappresenta buona parte del territorio comunale, è di nostra proprietà ed è vuoto da quindici anni – aggiunge Belletti -. Una piccola parte è stata sistemata dal Comune e utilizzata per eventi. La chiesa di Santa Maria dei Palazzi, risalente in parte al XV secolo, in parte al XVII, è stata invece recuperata anche grazie all’interessamento dell’amministrazione comunale che ha reperito finanziamenti sia per la ristrutturazione che per il restauro degli affreschi».

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Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Ospedale Maggiore: 110 milioni di patrimonio immobiliare alienabile. Si parte dai terreni, ma la vera sfida è il castello di Vicolungo

Poderi, terreni, alloggi e negozi. Tutti beni provenienti da donazioni che l’azienda ospedaliera dovrà vendere per pagare annualmente il canone di disponibilità

La prima donazione risale al 1300, l’ultima al 2008. Otto secoli di storia per l’ospedale di Novara (poi divenuta azienda ospedaliera universitaria Maggiore della Carità) e un patrimonio immobiliare che attualmente ammonta a 110 milioni di euro tra cui anche il convento dei frati cappuccini di San Nazzaro della Costa.

«Questo è il valore del patrimonio esterno, escluse le strutture occupare dall'ospedale: la sede, il San Giuliano di via Piazza D’Armi e l’ospedalino di Galliate» spiega Domenico Belletti, responsabile del servizio di gestione del patrimonio immobiliare.

Beni che l’azienda ha da poco re-inventariato - con il nuovo valore stimato dai quadri economici - le cui alienazioni saranno funzionali al nuovo ospedale. «Secondo l’accordo di programma del 2016 firmato con Regione, Comune e università, abbiamo assunto due impegni - spiega Belletti -. Il primo è stato quello di acquistare l’area del parco, operazione che verrà portata a termine entro la fine del 2021, manca solo l’atto notarile; l’area dove verranno costruiti gli edifici è già nostra. Il secondo è quello del canone di disponibilità: con i proventi delle vendite immobiliari, l’ospedale si impegna a versare annualmente una quota al soggetto privato che si occuperà della costruzione e della manutenzione della struttura».

Belletti i beni li conosce a memoria uno a uno e inizia a elencare: «I poderi sono 17 dislocati nei Comuni di Novara, Biandrate, San Pietro Mosezzo, Landiona, Vocolungo, Casalino, Borgo Vercelli, Caltignaga, Trecate e Sozzago. I terreni sono tutti affittati, pochi i caseggiati abitati. Penso che la direzione vorrà iniziare l’alienazione proprio da questi, scelta peraltro suggerita dal mercato. Per procedere con le vendite, è necessario indire un’asta pubblica con diritto di prelazione da parte degli affittuari. La trattativa privata è previsa solo nel caso in cui l’asta andasse deserta. Ma nel momento in cui si presentasse un possibile acquirente, si potrebbe comunque pubblicare un bando per manifestazione di interesse».

La stessa procedura è già stata utilizzata negli anni scorsi per l’alienazione del castello di Casalgiate, del cascinino del Terdoppio in corso Milano, dei poderi Colombara a Briona e Pratibrea Novara e del terreno di Sant’Agabio dove è stata costruita la Decathlon.

Più complessa la situazione dei 70 alloggi e delle 15 unità commerciali: «Gli appartamenti, situati a Novara, Casalino e Nibbiola, sono gestiti da Atc per quanto riguarda l’assegnazione – prosegue il dirigente -. I negozi, invece, sono tutti in centro storico e teoricamente tutti vendibili, ma in questo momento alcuni sono vuoti ed è già difficile affittarli».

Ma la sfida più grande è rappresentata dal patrimonio immobiliare di Vicolungo dove, la scorsa settimana, il direttore generale Gianfranco Zulian, accompagnato dal sindaco, Marzia Vicenzi, ha effettuato un sopralluogo: «Il castello con il suo terreno, lascito del 1601 di Gerolamo Gritta e che rappresenta buona parte del territorio comunale, è di nostra proprietà ed è vuoto da quindici anni - aggiunge Belletti -. Una piccola parte è stata sistemata dal Comune e utilizzata per eventi. La chiesa di Santa Maria dei Palazzi, risalente in parte al XV secolo, in parte al XVII, è stata invece recuperata anche grazie all’interessamento dell'amministrazione comunale che ha reperito finanziamenti sia per la ristrutturazione che per il restauro degli affreschi».

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