Non c’è un cadavere, ma soltanto delle ossa, e non ci sono testimoni oculari del fatto. E nemmeno una confessione. Ci sono però indizi, secondo l’accusa gravi, precisi e concordanti, che portano a dire come Emilio Garini, sessantunenne ex agente immobiliare di Milano attualmente in carcere, abbia ucciso l’anziana madre Liliana Agnani, abbandonandone il corpo vicino al Ticino a Trecate, per intascare i soldi della pensione e dell’accompagnamento. E per quel delitto, avvenuto in base alla ricostruzione dei carabinieri il 18 maggio del 2022 – le ossa erano state notate da un passante diversi mesi dopo, a ottobre – il pm Paolo Verri ha chiesto la condanna dell’imputato all’ergastolo con isolamento diurno per sei mesi. Dunque la pena massima per un omicidio aggravato e premeditato, cui si uniscono anche le imputazioni di distruzione di cadavere, truffa ai danni dello Stato e del Comune di Milano, e falso. Il pm ha parlato della personalità narcisistica del figlio dell’anziana, attaccato al denaro e al tempo stesso con molti problemi economici, mettendo in evidenza come movente dei fatti debbano essere ricercati proprio in questi problemi, oltre al fatto che l’anziana rappresentava un problema nella relazione fra Garini e la fidanzata torinese. Per la procura non è verosimile che l’uomo, la sera dei fatti, sia andato – come lui sostiene – a fare una gita nella valle del Ticino, in un luogo impervio, malfrequentato, difficile da raggiungere, pieno di sentieri e boscaglia. Tutto questo tenendo presente che la vittima, 89enne, aveva diversi problemi di salute e non era in grado di deambulare, spostandosi su una sedia a rotelle.
Di diverso avviso i due difensori dell’imputato, gli avvocati Claudio Strata e Natalie Ronca.: hanno chiesto l’assoluzione da tutte le accuse (fatta salva la truffa, avendo effettivamente Garini omesso di comunicare la morte della madre agli enti erogatori delle pensioni) parlando di ricostruzione inverosimile e totalmente priva di fondamento. Hanno messo in evidenza come il loro assistito sia stato definito da tutti una persona perbene, mite, sempre pronta ad aiutare il prossimo. Della madre si era preso cura per anni, quotidianamente. Dunque un delitto che non ha senso di esistere, dal momento che Garini aveva solo vantaggi dall’esistenza in vita della donna, e primo fra tutti la sua grande preoccupazione: la casa. Quella della donna, un alloggio popolare in affitto, era stata assegnata alla sua famiglia da decenni. E lui contava di poter subentrare in futuro.
Sentenza a gennaio.




