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Novara che guarda al futuro ha bisogno dell’aiuto di tutti

L'editoriale dell'ultimo giorno del 2023

Il 2023 è stato un anno impegnativo, durante il quale non sono mancate le difficoltà, ma dove sono anche state messe le basi per alcune sfide che ne determineranno il futuro. Novara è da sempre una città che aspira ad alzare la testa, e se lo potrebbe permettere sfruttando al meglio l’opportunità del suo essere tra Piemonte e Lombardia, al centro di un nord ovest che a ragione vuole dire la sua. A cominciare da opere come l’alta velocità o il nuovo ospedale fondamentali per un livello di crescita sovra territoriale. In un città che ci prova a essere sempre capitale di qualcosa, serve invece azione e concretezza, in particolare sugli spostamenti sia urbani che verso le grandi città limitrofe. Una città come Novara necessita ora più che mai di una fermata dell’alta velocità e questo la politica locale non solo deve favorirlo, ma deve anche pretenderlo. Un solo esempio tra tanti: sulla tratta Venezia-Roma-Napoli i treni AV fermano più volte al giorno anche a Rovigo e Ferrara. Perché questo? Di certo non sono città che possono reclamare maggiori crediti rispetto a quello che potrebbe fare Novara. Forse perché il nostro territorio non è in grado di farsi valere con i propri rappresentanti a vari livelli?

Così come per il nuovo ospedale: non è più tempo né per le attese né delle scuse. I quattro rinvii del bando e il nulla di fatto con cui si è conclusa la gara d’appalto scaduta oggi (senza alcuna offerta) sono una sconfitta per tutti: pazienti e sanitari. E se proprio sul tema della sanità non siamo stati capaci di imparare dall’esperienza del Covid, allora vuole dire che non abbiamo capito nulla.

Tra i temi che più hanno fatto discutere in questo ultimo anno c’è senz’altro quella sicurezza, troppo spesso utilizzata come contrapposizione politica e tutt’ora senza una soluzione reale. Ma la sicurezza non è solo per strada, è un tema fortemente sociale. Basti guardare cosa succede in tribunale: nel 2023 il grosso dei processi arrivati in aula sono fascicoli da cosiddetto “Codice rosso”, che rappresenta una vera emergenza del nostro territorio: i numeri parlano almeno 15-30 processi a settimana per reati di maltrattamenti in famiglia e stalking, per lo più ai danni dell’ex moglie o compagna; in qualche caso ci sono maltrattamenti dei figli ai danni di anziani genitori. Quasi scomparse le rapine, aumentano invece le truffe in rete, e tanti sono anche i processi per bancarotta e reati economici, forse anche a causa della crisi delle imprese che si è verificata negli ultimi anni.

Sul fronte culturale alcune note positive: il castello è diventato il polo di importanti mostre ormai riconosciute a livello internazionale e la Cupola dell’Antonelli è finalmente entrata a pieno regime in un circuito di interesse turistico.

Ma una città che fa cultura e dunque si apre a nuove prospettive non può dimenticarsi delle difficoltà e delle diversità. I novaresi, da sempre, sono persone generose e il tessuto delle associazioni di volontariato ne è la prova. Ma la strada da percorrere è ancora lunga: serve anzitutto la volontà delle istituzioni all’impegno di assottigliare il più possibile le disuguaglianze sociali: nessuno vorrebbe più vedere “l’altra Novara”, ma una sola in grado di accogliere, includere e camminare a testa alta perché nessuno è stato lasciato indietro.

Il prossimo anno si prospetta come un periodo di grande rilevanza sotto il profilo sportivo: le attese che derivano dal nuovo assetto societario del Novara football club e l’importante appuntamento con i mondiali di hockey. Quest’ultimo è una sfida dal punto di vista economico e infrastrutturale, ma anche un’occasione unica per far brillare la città sotto una luce nuova, e per questo motivo sono richiesti impegno e preparazione: in primo luogo dalla politica, ma anche dalla collettività. Ogni cittadino ha, infatti, il ruolo per determinare il futuro della nostra comunità. E di questo è necessario averne consapevolezza e coscienza, perché solo lavorando insieme possiamo sperare di assicurarci una città migliore per tutti.

Un augurio, infine, a tutti voi lettori de La Voce per un 2024 pieno di realizzazioni nella speranza di possiate continuare a restare con noi anche nel nuovo anno.

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Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

2 risposte

  1. Ma la volete spiegare bene, fare proprio un articolo, dove si spiega bene perché si è scelto il partenariato pubblico privato per l’ospedale e perché non funziona? E quali sarebbero poi le alternative. Secondo me nessuno capisce tra i lettori, ma probabilmente non è chiaro nemmeno ai giornalisti o alla politica

  2. Super editoriale toccando tutti i temi che questa nostra Novara necessita. 👏👏👏potrebbe sembrare fin troppo critico ma è quello che tutti noi cittadini ci auguriamo per questo 2024 confidando nell’opera dei nostri politici.

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