Novara, bilancio da 322 milioni: assenze in maggioranza ma il sindaco Canelli rivendica il dialogo

Approvato oggi in consiglio. Polemiche su sicurezza e servizi. Il sindaco difende il metodo condiviso e respinge le critiche: «Non si può dire che facciamo tutto male perché siamo il centrodestra»

Il consiglio comunale dedicato al bilancio di previsione, il passaggio più rilevante dell’anno amministrativo, si è aperto questa mattina, 18 dicembre, con un’atmosfera che somigliava più a un passaggio di fine legislatura che a una semplice seduta contabile. Le assenze pesanti tra i banchi della maggioranza – sei consiglieri mancanti all’appello – hanno restituito subito l’immagine di un’amministrazione affaticata, alle prese con un momento delicato del mandato e con l’inevitabile logorio di anni complessi.

A rendere esplicito il disagio è stato lo stesso sindaco Alessandro Canelli, visibilmente contrariato per una situazione che lui stesso ha definito «scandalosa». Alle 9.25 mancavano tre dei cinque consiglieri di Forza Novara, oltre a Marco Gambacorta (FdI), Valentina Graziosi (Lega) e Pietro Gagliardi (Forza Italia). Un avvio che ha dato il tono all’intera seduta: non tanto una crisi numerica, quanto il segnale di una maggioranza stanca, chiamata a tenere insieme la fine del mandato e l’apertura della fase politica che porterà alle elezioni del 2027.

La presentazione del bilancio di 322 milioni e 863 mila euro è stata affidata all’assessora Silvana Moscatelli, che ha rivendicato la tenuta dei conti come risultato di un lavoro avviato già nel primo mandato Canelli. Un bilancio che, ha spiegato, regge nonostante l’inflazione e l’aumento generalizzato dei costi, grazie a una scelta precisa: difendere la qualità dei servizi. Nessun aumento delle tariffe per le famiglie, quota minima degli asili nido confermata a 37 euro, servizi gratuiti per le scuole medie e un rafforzamento della spesa sociale, che supera i 30 milioni di euro, con un incremento di oltre due milioni rispetto all’anno precedente. Sullo sfondo, il Pnrr come leva decisiva per investimenti destinati a cambiare il volto della città.

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Il confronto con la minoranza ha fatto emergere con chiarezza quelli che potrebbero diventare i temi generatori della prossima campagna elettorale. Asili nido, sicurezza urbana e politiche sociali sono stati il terreno principale dello scontro. Cinzia Spilinga (Pd) ha messo in discussione la scelta di esternalizzare parte del personale educativo nei nuovi asili, parlando del rischio di un doppio regime contrattuale, mentre il collega dem Rossano Pirovano ha insistito sulla gestione delle risorse e sulle carenze di organico della Polizia locale. Una situazione richiamata anche da Milù Allegra che ha descritto una percezione di insicurezza ormai strutturata, soprattutto nell’area della stazione e richiamato la necessità di investire su sport e welfare come strumenti di prevenzione.

Nicola Fonzo, capogruppo dem, ha riconosciuto il lavoro sui grandi progetti e sui fondi Pnrr, ma ha puntato il dito sul funzionamento disomogeneo di alcuni assessorati e sulla debolezza dei meccanismi di partecipazione nei quartieri. Più tecnica, ma non meno politica, la critica del Movimento 5 Stelle, con Mario Iacopino che ha definito il Dup troppo generico e poco verificabile nei suoi obiettivi.

Entrando nel merito delle critiche sulla sicurezza, il sindaco ha respinto l’idea di un peggioramento complessivo della situazione cittadina, sostenendo che alcuni indicatori sarebbero addirittura migliorati. Canelli ha però ricondotto le principali difficoltà a un fenomeno più ampio e nazionale, quello dell’immigrazione irregolare, parlando di una presenza significativa di persone senza titolo sul territorio e individuando nella stazione e in alcune aree dismesse i punti di maggiore attenzione. Un’analisi che, tuttavia, si scontra con i dati più recenti: secondo le rilevazioni dell’ISMU, infatti, il numero degli stranieri irregolari in Italia è in forte calo negli ultimi anni: si è passati da circa 520 mila persone nel 2021 a poco più di 320 mila nel 2024, una riduzione significativa avvenuta proprio mentre aumentavano gli ingressi regolari attraverso il decreto flussi.

Un elemento che ridimensiona la narrazione di un’emergenza crescente e restituisce un quadro più complesso, in cui il tema della sicurezza non può essere letto esclusivamente attraverso la lente dell’irregolarità. È qui che emerge una delle contraddizioni politiche più interessanti della seduta. Da un lato, Canelli continua a proporsi come amministratore pragmatico e dialogante, con un profilo da “centro responsabile” attento ai conti e alla gestione dei servizi. Dall’altro, sul terreno della sicurezza e dell’immigrazione riaffiora una retorica più tradizionalmente riconducibile alla cultura leghista e, oggi, sempre più centrale anche nel discorso di Fratelli d’Italia: l’equazione tra insicurezza urbana e presenza di stranieri irregolari, usata come chiave di lettura principale dei problemi cittadini.

Una postura politica che parla anche agli equilibri della maggioranza, in una fase di fine mandato in cui i confini identitari tornano a farsi più marcati. Ma che rischia di lasciare sullo sfondo un altro dato strutturale: i Comuni, negli ultimi anni, hanno subito tagli consistenti alle risorse destinate alla sicurezza urbana, dalla videosorveglianza al presidio del territorio, riducendo di fatto i margini di intervento delle amministrazioni locali. Una contrazione che pesa sulla capacità dei sindaci di rispondere alle richieste dei cittadini, al di là delle letture politiche del fenomeno.

Canelli ha comunque rivendicato l’attenzione costante dell’amministrazione, sottolineando il coordinamento con le altre istituzioni di pubblica sicurezza e gli interventi avviati su alcune aree critiche. «Se non ci fosse attenzione – ha sostenuto – la situazione sarebbe molto peggiore». Una linea difensiva che, più che chiudere il dibattito, sembra destinata ad accompagnare il confronto politico dei prossimi mesi, in un contesto in cui sicurezza, immigrazione e risorse agli enti locali si confermano temi centrali non solo per l’amministrazione, ma per la futura campagna elettorale.

Sugli asili nido, il sindaco ha difeso senza ambiguità la scelta dell’esternalizzazione come risposta pragmatica alle liste d’attesa, rivendicando una governance pubblica forte e la necessità di garantire nuovi servizi nonostante i limiti alle assunzioni. Una linea che sintetizza bene l’approccio dell’amministrazione in questa fase: meno ideologia, più gestione. Nel corso della seduta è emerso anche un altro dato significativo, meno visibile ma politicamente rilevante: dei 41 emendamenti presentati dalle minoranze al Dup, 7 sono stati approvati dopo il dialogo con la maggioranza. Un segnale che fotografa un’apertura selettiva sufficiente a rivendicare il dialogo, ma non tale da modificare l’impianto complessivo delle scelte.

Le dichiarazioni di voto hanno confermato un quadro politico ormai definito. Le opposizioni hanno votato compatte contro il bilancio, pur riconoscendo competenze e alcuni elementi di solidità, mentre la maggioranza ha difeso l’impianto come coerente con la visione portata avanti negli ultimi anni. Ne è uscita una seduta che somiglia a un bilancio di fine mandato più che a un semplice passaggio tecnico: un’amministrazione che rivendica i risultati, una maggioranza affaticata, un sindaco visibilmente provato ma deciso a difendere le proprie scelte, e un’opposizione che inizia a misurarsi con i temi che segneranno il confronto politico da qui al 2027. Un passaggio che non chiude una fase, ma ne apre chiaramente un’altra.

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Immagine di Luca Galuppini

Luca Galuppini

24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.