Logistica, consiglio regionale boccia proposta del Pd. Rossi: «Insediamenti fuori controllo, serve programmazione»

Il consigliere è primo firmatario della Pdl che era stata presentata in autunno. Secondo il rapporto Ispra 2024, Novara e la sua provincia è prima per incremento percentuale: in un solo anno ha consumato l’11% del suolo disponibile

Con 29 voti contrari e 17 favorevoli, il consiglio regionale ha respinto la proposta di legge del Partito Democratico sulla regolamentazione dei poli logistici in Piemonte. La decisione è arrivata durante la seduta di oggi, 8 aprile, dopo che la giunta aveva già espresso parere negativo sul testo, come ha riportato in aula l’assessore competente, Enrico Bussalino che ha spiegato come «la proposta di legge deve essere inquadrata all’interno della normativa regionale vigente, in particolare occorre riferirsi a quanto previsto dal piano territoriale regionale» che secondo l’assessore è sufficiente per regolare la materia «si può lavorare per cercare di migliorare il piano che dedica già  una particolare attenzione al ruolo della logistica nella pianificazione territoriale e alla connessa individuazione degli ambiti di integrazione territoriale a vocazione logistica, con l’obiettivo di delineare un processo integrato volto a garantire coerenza in tema di logistica, tra il piano territoriale regionale e la pianificazione di livello intermedio, che sarebbero il piano territoriale generale della città metropolitana e delle province».

La proposta, identificata come Pdl numero 54 e intitolata “Norme per la pianificazione degli insediamenti logistici di rilevanza sovracomunale”, era stata presentata lo scorso autunno dal consigliere Domenico Rossi come primo firmatario. Ispirata a una normativa già adottata in Lombardia, la legge puntava a gestire un fenomeno in costante espansione, spesso lasciato privo di coordinamento, e che impatta profondamente sui territori, sia in termini ambientali che urbanistici. La proposta era stata illustrata nei mesi scorsi in tutti i capoluoghi piemontesi.

Invece oggi è arrivato lo stop di Palazzo Lascaris. «Cirio, la giunta e tutti i consiglieri di maggioranza stanno abbandonando il Piemonte – tuona Rossi al termine della seduta -. Rinunciano a governare il proliferare di insediamenti logistici e abdicano completamente al ruolo di pianificazione e programmazione. Ancora una volta come nel caso della legge sul gioco d’azzardo patologico, la destra si dimostra più interessata alle istanze di pochi piuttosto che al benessere dei piemontesi. Mi chiedo se si tratti di un grave atteggiamento pregiudiziale per cui ogni proposta pervenuta dall’opposizione debba finire nel cestino o, peggio ancora, se si sia scelto di assecondare solo interessi di parte a scapito del bene collettivo».

In commissione il percorso della proposta di legge sembrava ben avviato: «In quella sede è emerso un sostanziale accordo di tutte le realtà ascoltate sulla necessità di intervenire sul tema – continua Rossi -. Ciascuno con le proprie osservazioni e punti di vista Confindustria, Confesercenti, Confcommercio, Coldiretti, Federazione degli architetti, Federazione degli autotrasportatori, Legambiente, Comitati territoriali ha dato il proprio contributo per migliorare il testo, il Consiglio delle autonomie locali ha espresso parere favorevole. Insomma, nessun intoppo e la volontà di trovare una mediazione fino al dietrofront della giunta che ha bloccato l’iter: una decisione senza spiegazione che lascia allibiti” spiega Rossi che ha richiamato il testo per la discussione in aula nei giorni scorsi».

L’obiettivo era dotare il Piemonte di uno strumento di pianificazione che permettesse di governare lo sviluppo degli insediamenti logistici di grandi dimensioni, contenendone la proliferazione e garantendo un equilibrio con il settore manifatturiero. Un modello di regolazione che avrebbe alleggerito il peso decisionale sugli enti locali, spesso lasciati soli nella gestione delle relazioni con le multinazionali del comparto.

Il tema si inserisce in un quadro critico più ampio. Dal rapporto di Ispra 2024 sul consumo di suolo emerge, infatti, che in Italia il Piemonte è al quarto posto con 170.769 ettari consumati. Rispetto all’anno precedente, in Piemonte l’incremento è di 553 ettari, al quinto posto dietro a Veneto (+891 ettari), Emilia-Romagna (+815), Lombardia (+780), Campania (+643). Torino è al primo posto della classifica con 58.608 ettari consumati
mentre Novara e la sua provincia è prima per incremento percentuale: in un solo anno ha consumato l’11% del suolo disponibile.

«Il testo della legge voleva tenere insieme sviluppo sostenibile ed efficienza dell’intero sistema logistico della nostra regione per trasformarla davvero in un polo centrale a livello europeo, attraverso lo strumento della pianificazione – ha aggiunge ancora il consigliere -. Nonostante la bocciatura, continueremo a lavorare. Se la Regione non pianifica, non serve a nulla. Il centrodestra si è rifugiato in un letargo sempre più ingiustificabile, ma mentre loro dormono il Piemonte è abbandonato a se stesso. Per questo ho portato una sveglia in aula: siamo in primavera,  è ora di svegliarsi».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Logistica, consiglio regionale boccia proposta del Pd. Rossi: «Insediamenti fuori controllo, serve programmazione»

Il consigliere è primo firmatario della Pdl che era stata presentata in autunno. Secondo il rapporto Ispra 2024, Novara e la sua provincia è prima per incremento percentuale: in un solo anno ha consumato l’11% del suolo disponibile

Con 29 voti contrari e 17 favorevoli, il consiglio regionale ha respinto la proposta di legge del Partito Democratico sulla regolamentazione dei poli logistici in Piemonte. La decisione è arrivata durante la seduta di oggi, 8 aprile, dopo che la giunta aveva già espresso parere negativo sul testo, come ha riportato in aula l’assessore competente, Enrico Bussalino che ha spiegato come «la proposta di legge deve essere inquadrata all’interno della normativa regionale vigente, in particolare occorre riferirsi a quanto previsto dal piano territoriale regionale» che secondo l’assessore è sufficiente per regolare la materia «si può lavorare per cercare di migliorare il piano che dedica già  una particolare attenzione al ruolo della logistica nella pianificazione territoriale e alla connessa individuazione degli ambiti di integrazione territoriale a vocazione logistica, con l’obiettivo di delineare un processo integrato volto a garantire coerenza in tema di logistica, tra il piano territoriale regionale e la pianificazione di livello intermedio, che sarebbero il piano territoriale generale della città metropolitana e delle province».

La proposta, identificata come Pdl numero 54 e intitolata “Norme per la pianificazione degli insediamenti logistici di rilevanza sovracomunale”, era stata presentata lo scorso autunno dal consigliere Domenico Rossi come primo firmatario. Ispirata a una normativa già adottata in Lombardia, la legge puntava a gestire un fenomeno in costante espansione, spesso lasciato privo di coordinamento, e che impatta profondamente sui territori, sia in termini ambientali che urbanistici. La proposta era stata illustrata nei mesi scorsi in tutti i capoluoghi piemontesi.

Invece oggi è arrivato lo stop di Palazzo Lascaris. «Cirio, la giunta e tutti i consiglieri di maggioranza stanno abbandonando il Piemonte – tuona Rossi al termine della seduta -. Rinunciano a governare il proliferare di insediamenti logistici e abdicano completamente al ruolo di pianificazione e programmazione. Ancora una volta come nel caso della legge sul gioco d’azzardo patologico, la destra si dimostra più interessata alle istanze di pochi piuttosto che al benessere dei piemontesi. Mi chiedo se si tratti di un grave atteggiamento pregiudiziale per cui ogni proposta pervenuta dall’opposizione debba finire nel cestino o, peggio ancora, se si sia scelto di assecondare solo interessi di parte a scapito del bene collettivo».

In commissione il percorso della proposta di legge sembrava ben avviato: «In quella sede è emerso un sostanziale accordo di tutte le realtà ascoltate sulla necessità di intervenire sul tema – continua Rossi -. Ciascuno con le proprie osservazioni e punti di vista Confindustria, Confesercenti, Confcommercio, Coldiretti, Federazione degli architetti, Federazione degli autotrasportatori, Legambiente, Comitati territoriali ha dato il proprio contributo per migliorare il testo, il Consiglio delle autonomie locali ha espresso parere favorevole. Insomma, nessun intoppo e la volontà di trovare una mediazione fino al dietrofront della giunta che ha bloccato l’iter: una decisione senza spiegazione che lascia allibiti” spiega Rossi che ha richiamato il testo per la discussione in aula nei giorni scorsi».

L’obiettivo era dotare il Piemonte di uno strumento di pianificazione che permettesse di governare lo sviluppo degli insediamenti logistici di grandi dimensioni, contenendone la proliferazione e garantendo un equilibrio con il settore manifatturiero. Un modello di regolazione che avrebbe alleggerito il peso decisionale sugli enti locali, spesso lasciati soli nella gestione delle relazioni con le multinazionali del comparto.

Il tema si inserisce in un quadro critico più ampio. Dal rapporto di Ispra 2024 sul consumo di suolo emerge, infatti, che in Italia il Piemonte è al quarto posto con 170.769 ettari consumati. Rispetto all’anno precedente, in Piemonte l’incremento è di 553 ettari, al quinto posto dietro a Veneto (+891 ettari), Emilia-Romagna (+815), Lombardia (+780), Campania (+643). Torino è al primo posto della classifica con 58.608 ettari consumati
mentre Novara e la sua provincia è prima per incremento percentuale: in un solo anno ha consumato l’11% del suolo disponibile.

«Il testo della legge voleva tenere insieme sviluppo sostenibile ed efficienza dell’intero sistema logistico della nostra regione per trasformarla davvero in un polo centrale a livello europeo, attraverso lo strumento della pianificazione – ha aggiunge ancora il consigliere -. Nonostante la bocciatura, continueremo a lavorare. Se la Regione non pianifica, non serve a nulla. Il centrodestra si è rifugiato in un letargo sempre più ingiustificabile, ma mentre loro dormono il Piemonte è abbandonato a se stesso. Per questo ho portato una sveglia in aula: siamo in primavera,  è ora di svegliarsi».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore