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«Intervento confermato, poi ci hanno rimandati a casa dandoci degli incoscienti»

«Intervento confermato, poi ci hanno rimandati a casa dandoci degli incoscienti». E’ quanto accaduto all’ospedale Maggiore di Novara a una donna (e a chi l’ha accompagnata) che avrebbe dovuto sottoporsi a un intervento nella mattinata di ieri, martedì 10 marzo. Ricordiamo che in questi giorni di emergenza l’ospedale, in prima linea con tutto il personale per fronteggiare il coronavirus, espleta solo prestazioni d’urgenza.

E forse proprio a causa di questo momento, in cui tutta la struttura è sotto pressione, possono generarsi disguidi, come quello raccontatoci da un lettore. «L’estate scorsa mia madre ha subito un delicato intervento al cuore – spiega il figlio della donna – Nelle scorse settimane, dopo una visita, le hanno programmato un nuovo intervento per il 10 marzo. Il giorno prima, conscia della situazione, mia madre ha contattato il reparto: le hanno confermato l’operazione, il ricovero per le ore 10, aggiungendo anche che probabilmente sarebbe stata trattenuta una notte in osservazione. Ma stamattina (10 marzo, ndr) quando siamo arrivati sul posto ci hanno detto che l’intervento era stato annullato e che siamo stati degli incoscienti a portarla lì. Ma come? Prima le dite che è tutto confermato, poi siamo noi gli incoscienti? Il suo quadro clinico era già noto al reparto che la sta seguendo. Ci è stato risposto che la decisione di annullare l’intervento era stata presa in mattinata, allora perché nessuno ci ha avvisato prima delle 10? Anche noi avremmo preferito non portarla in ospedale, vista la situazione, sua e quella generale. Non vogliamo sollevare polemiche, ma le persone devono anche essere messe in condizioni di sapere cosa fare», conclude l’uomo.

Dal Maggiore, interpellato sulla questione, nessuna dichiarazione. Ma, andando oltre il singolo caso, resta il fatto che ci sono persone che sono affette da patologie, anche croniche, che stanno seguendo percorsi terapeutici o di diagnosi: come devono comportarsi?

Il sito dell’ospedale Maggiore dice che dal «6 marzo, l’attività degli ambulatori dell’azienda ospedaliero-universitaria di Novara subirà importanti variazioni, con l’obiettivo di ridurre il più possibile gli accessi all’interno dell’ospedale in modo da limitare eventuali possibilità di contagio. Sono sospese le prestazioni ambulatoriali programmate e differibili (classi D e P) e le visite in libera professione, mentre verranno rispettate le prenotazioni in classe U e B (urgenti e brevi). Tutte le prestazioni legate a processi già avviati e non rinviabili (ad esempio rimozione punti, rimozione gessi, controlli di studi clinici, follow-up) sono garantite. Allo stesso modo sono assicurate le prestazioni legate a patologie il cui trattamento non è differibile: ad esempio malattie oncologiche, chemioterapie, radioterapie, dialisi. Sono stati istituiti tre numeri telefonici (0321 3732561, 0321 3732562; 0321 3732563) ai quali i cittadini possono rivolgersi per ottenere informazioni. I numeri sono contattabili dalle ore 8.30 alle ore 15.30».

Inoltre è «vietato l’accesso alle persone con sintomi da infezione delle vie respiratorie ed è consentito l’accesso di un accompagnatore solo se necessario».

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Elena Ferrara

Elena Ferrara

Nata a Novara, diplomata al liceo scientifico Antonelli, si è poi laureata in Scienze della Comunicazione multimediale all'Università degli studi di Torino. Iscritta all'albo dei giornalisti pubblicisti dal 2006.

Una risposta

  1. Questo è vero , il problema è la comunicazione di alcuni li dentro e non si rendono conto che facendo così solo aggravano la situazione, io sono cosciente che tutti loro sotto un grande stress e preoccupazioni per questo virus, ma non per questo ci devono trattare male.

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