Il Tar del Lazio salva dall’abbattimento i due cinghiali ospitati al Rifugio Miletta

Il tribunale ha accolto in forma collegiale la richiesta di sospensiva nei confronti di Naso e Rosino

Il Tar del Lazio salva dall’abbattimento i due cinghiali Naso e Rosino ospitati dal Rifugio Miletta di Agrate Conturbia. Il tribunale ha accolto in forma collegiale la richiesta di sospensiva dell’ordine di abbattimento dei due cinghiali, soccorsi e accolti da in Liguria, che era stato richiesto dall’Asl 3. 

Naso e Rosino sono salvi, almeno fino al 10 giugno 2025, data in cui è stata fissata l’udienza pubblica in cui si discuterà il merito della questione e dove ci sarà ancora Rifugio Miletta, con l’avvocato Angelita Caruocciolo, per «rappresentare la illegittima applicazione delle norme eurocomunitarie e nazionali da parte della Asl 3 Liguria».

«Il provvedimento giudiziale è stato assunto dalla stessa sezione che aveva emanato una sentenza nell’ottobre del 2022 in relazione alla Sfattoria degli Ultimi, salvando 140 animali» spiega l’avvocato Caruocciolo, riferendosi a un precedente: «La Asl 1 di Roma aveva disposto l’abbattimento di maiali e cinghiali salvati e accolti dal santuario come misura di prevenzione della Peste Suina Africana, nonostante non fossero malati e la struttura avesse ottemperato alle norme sulla biosicurezza. Il Tar del Lazio aveva accolto il ricorso per l’annullamento del provvedimento di abbattimento preventivo, riconoscendo il valore educativo e culturale degli animali salvati con uno specifico riferimento all’articolo 9 della Costituzione, che garantisce la centralità e la statualità della disciplina di tutela degli animali».

«Stiamo investendo tantissime energie, mentali ed economiche, per difendere ad oltranza nei tribunali il diritto di esistere di cinghiali e maiali, mai, come in questi ultimi anni, considerati e indicati strumentalmente come gli untori della nuova peste – afferma la fondatrice e presidente di Rifugio Miletta Alessandra Motta -. Continuiamo a lottare per la loro sopravvivenza in un contesto socio-politico che chiede la loro estinzione. Resistere al loro fianco è per noi un dovere morale e fortunatamente riusciamo a farlo anche grazie all’aiuto di parte della società civile in netto dissenso con le direttive istituzionali».

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Il Tar del Lazio salva dall’abbattimento i due cinghiali ospitati al Rifugio Miletta

Il tribunale ha accolto in forma collegiale la richiesta di sospensiva nei confronti di Naso e Rosino

Il Tar del Lazio salva dall’abbattimento i due cinghiali Naso e Rosino ospitati dal Rifugio Miletta di Agrate Conturbia. Il tribunale ha accolto in forma collegiale la richiesta di sospensiva dell’ordine di abbattimento dei due cinghiali, soccorsi e accolti da in Liguria, che era stato richiesto dall’Asl 3. 

Naso e Rosino sono salvi, almeno fino al 10 giugno 2025, data in cui è stata fissata l’udienza pubblica in cui si discuterà il merito della questione e dove ci sarà ancora Rifugio Miletta, con l’avvocato Angelita Caruocciolo, per «rappresentare la illegittima applicazione delle norme eurocomunitarie e nazionali da parte della Asl 3 Liguria».

«Il provvedimento giudiziale è stato assunto dalla stessa sezione che aveva emanato una sentenza nell’ottobre del 2022 in relazione alla Sfattoria degli Ultimi, salvando 140 animali» spiega l’avvocato Caruocciolo, riferendosi a un precedente: «La Asl 1 di Roma aveva disposto l’abbattimento di maiali e cinghiali salvati e accolti dal santuario come misura di prevenzione della Peste Suina Africana, nonostante non fossero malati e la struttura avesse ottemperato alle norme sulla biosicurezza. Il Tar del Lazio aveva accolto il ricorso per l’annullamento del provvedimento di abbattimento preventivo, riconoscendo il valore educativo e culturale degli animali salvati con uno specifico riferimento all’articolo 9 della Costituzione, che garantisce la centralità e la statualità della disciplina di tutela degli animali».

«Stiamo investendo tantissime energie, mentali ed economiche, per difendere ad oltranza nei tribunali il diritto di esistere di cinghiali e maiali, mai, come in questi ultimi anni, considerati e indicati strumentalmente come gli untori della nuova peste – afferma la fondatrice e presidente di Rifugio Miletta Alessandra Motta -. Continuiamo a lottare per la loro sopravvivenza in un contesto socio-politico che chiede la loro estinzione. Resistere al loro fianco è per noi un dovere morale e fortunatamente riusciamo a farlo anche grazie all’aiuto di parte della società civile in netto dissenso con le direttive istituzionali».

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