Il Comitato per Pernate: «Non vogliamo vivere dentro un interporto»

Una lettera per chiedere, se mai ce ne fosse bisogno, una sorta di atto di legittimazione, una spinta a proseguire una battaglia iniziata quindici anni fa. E’ quello che hanno fatto nei giorni scorsi i referenti del Comitato per Pernate, recapitando a 1500 famiglie del quartiere un documento per difendere il proprio abitato dall’allargamento del Cim, il confinante centro intermodale.

«Vogliamo ricordare ancora una volta – ha detto Paolo Manenti, uno dei referenti del comitato – che siamo un’associazione di residenti sorta con l’unico scopo di difendere il nostro abitato dalla cementificazione del Cim a est della tangenziale e che potrebbe arrivare fino alle nostre case».

 

 

Da quindici anni, infatti, il comitato, oltre ad aver sostenuto diverse iniziative per la salvaguardia del territorio, continua a battersi, come si legge nella lettera, per «garantire un ‘cuscinetto verde’ tra l’abitato e le infrastrutture quali la linea ferroviaria dell’Alta Velocità, la Tangenziale e il casello autostradale». Senza poi dimenticare la particolare situazione di degrado in cui verserebbe la stessa area dell’Interporto e i rischi idrogeologici che graverebbero sull’intero territorio di Pernate.

«Molti di noi, proprietari di piccoli appezzamenti di terreno – prosegue Manenti – hanno chiesto all’amministrazione comunale una riduzione dell’Imu considerata la redditività nulla dei terreni stessi, denunciando inoltre la presenza di forti interessi economici nel settore immobiliare per lo sviluppo industriale – logistico». E’ risaputo, infatti, che fin dagli ultimi mesi dello scorso anno si sarebbero registrate manifestazioni di interesse in tal senso e che intermediari avrebbero cominciato a sondare la disponibilità dei veri proprietari a vendere il loro appezzamento. Per il comitato si parla della possibile realizzazione di capannoni alti fino a 25 metri (logistica di ultima generazione, sviluppata in “verticale” come suggerirebbe l’ultima variante approvata per Agognate) che rappresenterebbero la nascita di un vero e proprio «ecomostro» destinato a cancellare «l’alto valore paesaggistico di Pernate» con l’eventualità di un forte deprezzamento del valore delle abitazioni: «Non vogliamo – ribadisce Manenti – che questo accada. Non vogliamo vivere all’interno di un interporto. Per questo, al di là di quante saranno le risposte dei cittadini, intendiamo proseguire nelle nostre iniziative, chiedendo a tutti di unirsi a noi».

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Luca Mattioli

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Il Comitato per Pernate: «Non vogliamo vivere dentro un interporto»

Una lettera per chiedere, se mai ce ne fosse bisogno, una sorta di atto di legittimazione, una spinta a proseguire una battaglia iniziata quindici anni fa. E’ quello che hanno fatto nei giorni scorsi i referenti del Comitato per Pernate, recapitando a 1500 famiglie del quartiere un documento per difendere il proprio abitato dall'allargamento del Cim, il confinante centro intermodale. «Vogliamo ricordare ancora una volta - ha detto Paolo Manenti, uno dei referenti del comitato - che siamo un’associazione di residenti sorta con l’unico scopo di difendere il nostro abitato dalla cementificazione del Cim a est della tangenziale e che potrebbe arrivare fino alle nostre case».     Da quindici anni, infatti, il comitato, oltre ad aver sostenuto diverse iniziative per la salvaguardia del territorio, continua a battersi, come si legge nella lettera, per «garantire un ‘cuscinetto verde’ tra l’abitato e le infrastrutture quali la linea ferroviaria dell’Alta Velocità, la Tangenziale e il casello autostradale». Senza poi dimenticare la particolare situazione di degrado in cui verserebbe la stessa area dell’Interporto e i rischi idrogeologici che graverebbero sull’intero territorio di Pernate. «Molti di noi, proprietari di piccoli appezzamenti di terreno - prosegue Manenti - hanno chiesto all’amministrazione comunale una riduzione dell’Imu considerata la redditività nulla dei terreni stessi, denunciando inoltre la presenza di forti interessi economici nel settore immobiliare per lo sviluppo industriale - logistico». E’ risaputo, infatti, che fin dagli ultimi mesi dello scorso anno si sarebbero registrate manifestazioni di interesse in tal senso e che intermediari avrebbero cominciato a sondare la disponibilità dei veri proprietari a vendere il loro appezzamento. Per il comitato si parla della possibile realizzazione di capannoni alti fino a 25 metri (logistica di ultima generazione, sviluppata in “verticale” come suggerirebbe l’ultima variante approvata per Agognate) che rappresenterebbero la nascita di un vero e proprio «ecomostro» destinato a cancellare «l’alto valore paesaggistico di Pernate» con l’eventualità di un forte deprezzamento del valore delle abitazioni: «Non vogliamo - ribadisce Manenti - che questo accada. Non vogliamo vivere all’interno di un interporto. Per questo, al di là di quante saranno le risposte dei cittadini, intendiamo proseguire nelle nostre iniziative, chiedendo a tutti di unirsi a noi».

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