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I presidi: «La scuola è in presenza. La Dad non risolve, è deleteria»

I dirigenti scolastici spingono perchè la didattica a distanza non sia più uno strumento da considerare alternativo. Meglio lo screening periodico

Nella serata di ieri, 5 gennaio, il consiglio dei MInistri ha confermato quelle che da giorni erano le intenzione del premier Draghi: il rientro a scuola il 10 gennaio, come da calendario. Un nuovo DL approvato all’unanimità stabilisce anche le nuove regole per la quarantena legate alle fasce d’età: 0-6 anni, nel caso di 1 positivo in classe scatterà la quarantena per tutta la classe. Nelle scuole primarie, nel caso di 2 positivi scatterà la quarantena per tutta la classe (7 giorni); con un solo caso la classe resta in presenza con testing di verifica.

Per gli studenti di medie e superiori ci sono molte distinzioni: con 1 solo caso Covid è prevista la sorveglianza stretta; con 2 casi, la classe resta in presenza con autosorveglianza e mascherine Ffp2; con 3 casi solo i vaccinati resterebbero in presenza e monitorati, i non vaccinati andrebbero in Dad; dal quarto caso, tutti Dad.

«Appoggio pienamente la posizione del govenro – afferma Silvana Romeo dirigente scolastico liceo scientifico Antonelli -. Solo la scuola in presenza può garantire la vera didattica: la Dad non risolve i problemi, anzi è deleteria. Bisogna fronteggare la situazione con gli strumenti che abbiamo. Mi spiace dirlo ma le promesse fatte dal generale Figliuolo sono state disattese, ora è arrivato il momento di

«Chi ha proposto di posticipare il rientro in presenza di venti o trenta giorni evidentemente non è mai stato in una scuola: i bambini piangono quando viene comunicato loro che devono restare in quarantena – dichiara Nicola Fonzo dirigente scolastico convitto Carlo Alberto -. Tutti gli alunni di ogni ordine e grado hanno bisogno di stare in classe. Se hanno riaperto centri commerciali, piste da sci e altre attività, perché mai la scuola dovrebbe restare chiusa? Che razza di futuro stiamo costruendo ai nostri figli? Abbiamo toccato con mano gli effetti collaterali della Dad, fa male anche sono parlarne».

E prosegue: «Noi presidi, se vogliamo garantire la continuità in presenza, dobbiamo mettere in campo tutto quello che è nelle nostre possibilità. Il Carlo Alberto è tra le poche scuole che ha dato disponibilità all’Asl di effettuare tamponi salivari periodici nella scuola primaria attraverso personale interno, dopo un’adeguata formazione con gli operatori sanitari. Tempo fa ho anche dato la disponibilità ad aprire all’interno della scuola un ambulatorio vaccinale per adulti e bambini. Ormai lo sappiamo: la Dad non risolve nulla».

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Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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