Gioco d’azzardo, raccolte 12.000 firme in Piemonte: 17 Comuni tra cui Cureggio chiedono una nuova legge

Il consigliere regionale Rossi: «Ringrazio i volontari di Libera e di tutte le realtà aderenti alla petizione per il grande lavoro, ma anche i sindaci e le amministrazioni di tutti i colori politici che hanno deciso di approvare una delibera a sostegno della proposta di legge popolare»

Sono 12.000 le firme raccolte per una proposta di legge regionale d’iniziativa popolare, per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico e consegnate oggi a Palazzo Lascaris da una importante rappresentanza di associazioni e comuni.

«A distanza di un anno dall’approvazione della legge 19, che abrogava quella in vigore aumentando l’offerta di gioco sul territorio, si apre un nuovo spiraglio per regolamentare il settore e ridurre l’offerta di gioco. E’ ormai chiaro a tutti, infatti, che solo riducendo l’offerta di gioco il fenomeno può essere tenuto sotto controllo» dichiara il vicepresidente della Commissione Sanità in Regione, Domenico Rossi, che torna sui risultati della norma cancellata dal centrodestra nel luglio dello scorso anno: «La legge regolava un settore cresciuto enormemente negli ultimi anni e, senza bloccarlo, portava un sensibile beneficio in termini di salute per i cittadini piemontesi. Ce lo dicono i numeri. Tra il 2016 e il 2019, infatti, i pazienti in carico ai servizi sanitari piemontesi per dipendenza dal gioco sono diminuiti del 20,6%: quante altre persone e famiglie avremmo potuto aiutare se la legge non fosse stata abrogata? Per non parlare della riduzione del gioco fisico o delle perdite diminuite del 16,5% nel periodo di applicazione in Piemonte contro la media italiana dello 0,9%».

«Per questo – prosegue il consigliere Dem – ringrazio i volontari di Libera e di tutte le realtà aderenti alla petizione per il grande lavoro, ma anche i sindaci e le amministrazioni di tutti i colori politici che hanno deciso di approvare una delibera a sostegno della proposta di legge popolare, senza dimenticare gli autenticatori”. Tra i 17 Comuni piemontesi (Torino, Avigliana, Baveno,  Candelo, Cavagnolo, Chivasso, Cureggio, Domodossola, Gravellona Toce, Grugliasco, Mongrando, Nichelino, Pollone, San Mauro Torinese, Verrone, Vigliano biellese, Villastellone) che danno voce a circa un milione di piemontesi, anche quello di Cureggio. “La norma attualmente in vigore – spiega il primo cittadino Angelo Barbaglia – costituisce un passo indietro nella prevenzione del GAP e ci lascia con le armi spuntate su un fronte che meriterebbe grande attenzione. Cancellando la legge del 2016 non si sono considerati i costi sociali causati dalla diffusione del gioco, quei costi che quotidianamente ricadono sulle amministrazioni locali e sui servizi sociali».

La legge di iniziativa popolare riapre la partita. «La mobilitazione di sindaci, associazioni, cittadini  non può lasciare indifferente la maggioranza regionale che fino ad oggi ha scelto di tutelare gli interessi, del tutto legittimi, del settore del gioco mettendo in secondo piano però la salute dei piemontesi – conclude Rossi -. Mi auguro sapranno ascoltare la voce di migliaia di cittadini. Si tornerà in aula e saremo nuovamente pronti a portare avanti questa battaglia di civiltà e giustizia».

Condividi:

Facebook
WhatsApp
Telegram
Email
Twitter

Condividi l'articolo

© 2020-2024 La Voce di Novara - Riproduzione Riservata
Iscrizione al registro della stampa presso il Tribunale di Novara

Redazione

Redazione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

SEGUICI SUI SOCIAL

Sezioni

Gioco d’azzardo, raccolte 12.000 firme in Piemonte: 17 Comuni tra cui Cureggio chiedono una nuova legge

Il consigliere regionale Rossi: «Ringrazio i volontari di Libera e di tutte le realtà aderenti alla petizione per il grande lavoro, ma anche i sindaci e le amministrazioni di tutti i colori politici che hanno deciso di approvare una delibera a sostegno della proposta di legge popolare»

Sono 12.000 le firme raccolte per una proposta di legge regionale d’iniziativa popolare, per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico e consegnate oggi a Palazzo Lascaris da una importante rappresentanza di associazioni e comuni.

«A distanza di un anno dall’approvazione della legge 19, che abrogava quella in vigore aumentando l’offerta di gioco sul territorio, si apre un nuovo spiraglio per regolamentare il settore e ridurre l’offerta di gioco. E’ ormai chiaro a tutti, infatti, che solo riducendo l’offerta di gioco il fenomeno può essere tenuto sotto controllo» dichiara il vicepresidente della Commissione Sanità in Regione, Domenico Rossi, che torna sui risultati della norma cancellata dal centrodestra nel luglio dello scorso anno: «La legge regolava un settore cresciuto enormemente negli ultimi anni e, senza bloccarlo, portava un sensibile beneficio in termini di salute per i cittadini piemontesi. Ce lo dicono i numeri. Tra il 2016 e il 2019, infatti, i pazienti in carico ai servizi sanitari piemontesi per dipendenza dal gioco sono diminuiti del 20,6%: quante altre persone e famiglie avremmo potuto aiutare se la legge non fosse stata abrogata? Per non parlare della riduzione del gioco fisico o delle perdite diminuite del 16,5% nel periodo di applicazione in Piemonte contro la media italiana dello 0,9%».

«Per questo - prosegue il consigliere Dem - ringrazio i volontari di Libera e di tutte le realtà aderenti alla petizione per il grande lavoro, ma anche i sindaci e le amministrazioni di tutti i colori politici che hanno deciso di approvare una delibera a sostegno della proposta di legge popolare, senza dimenticare gli autenticatori”. Tra i 17 Comuni piemontesi (Torino, Avigliana, Baveno,  Candelo, Cavagnolo, Chivasso, Cureggio, Domodossola, Gravellona Toce, Grugliasco, Mongrando, Nichelino, Pollone, San Mauro Torinese, Verrone, Vigliano biellese, Villastellone) che danno voce a circa un milione di piemontesi, anche quello di Cureggio. “La norma attualmente in vigore - spiega il primo cittadino Angelo Barbaglia - costituisce un passo indietro nella prevenzione del GAP e ci lascia con le armi spuntate su un fronte che meriterebbe grande attenzione. Cancellando la legge del 2016 non si sono considerati i costi sociali causati dalla diffusione del gioco, quei costi che quotidianamente ricadono sulle amministrazioni locali e sui servizi sociali».

La legge di iniziativa popolare riapre la partita. «La mobilitazione di sindaci, associazioni, cittadini  non può lasciare indifferente la maggioranza regionale che fino ad oggi ha scelto di tutelare gli interessi, del tutto legittimi, del settore del gioco mettendo in secondo piano però la salute dei piemontesi - conclude Rossi -. Mi auguro sapranno ascoltare la voce di migliaia di cittadini. Si tornerà in aula e saremo nuovamente pronti a portare avanti questa battaglia di civiltà e giustizia».

© 2020-2024 La Voce di Novara
Riproduzione Riservata