Estorsione all’amica dopo a festa di Capodanno a base di alcol e droga, condannato a 4 anni

Prima la festa di Capodanno fra droga e alcol, poi il violento litigio, in cui il giovane avrebbe impugnato un coltello per farsi dare dei soldi dall’amica più grande, con la quale già intratteneva una relazione fatta di sesso «ricompensato» con denaro. Al culmine della lite lui aveva preso l’auto della quarantenne e sarebbe scappato, minacciandola: «Se mi denunci, ti ammazzo».

Una giornata movimentata quella del 3 gennaio 2019 in un paese del Borgomanerese: per quei fatti O.N., 26 anni, residente a Soriso, è stato condannato a 4 anni di carcere per rapina, tentata estorsione e violenza privata. E’ stato assolto invece dall’accusa di furto dell’auto dell’amica, non essendo emersa prova che l’abbia usata senza chiedere il permesso.

Vittima e imputato, assieme ad altri amici, avevano festeggiato il Capodanno; poi erano rimasti assieme anche nei giorni successivi. Forse la mancanza di droga aveva acceso gli animi. Lanci di oggetti, arredo a soqquadro, bicchieri rotti. Poi, secondo quando dichiarato dai testimoni, l’imputato aveva chiesto 2 mila euro e se ne era andato con bancomat e cellulare dell’amica quarantenne. Una scena concitata che gli altri presenti alla festa ricostruiscono a fatica: «Non mi ricordo se qualcuno impugnasse un coltello. Io ne ho nascosto uno nell’armadio. Avevo paura che la situazione degenerasse», ha detto una ragazza. La vittima: «Li avevo rimproverati per la confusione, anche perché il giorno dopo tornavano i miei genitori ed ero preoccupata. Nel giro di poche ore mi sono trovate due tv rotte, lo specchio del bagno in frantumi, e lui che mi minacciava: voleva 2 mila euro e i biglietti per il Senegal».

L’imputato ha respinto le accuse: «Non è vero nulla». Ha sostenuto che l’auto era stata chiesta solo in prestito, perché lui e gli amici volevano andarcene a casa e i taxi di notte non arrivavano fino al paese. Per quanto riguarda i soldi «me li aveva promessi in precedenza per aiutarmi. Non li ho pretesi io».

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