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Crisi idrica in Piemonte, Rossi (Pd): «Serve un cronoprogramma degli interventi. La Lega superi il negazionismo climatico»

Il consigliere commenta l'annuncio della Regione in merito alle azioni messe in atto per contrastare la dispersione idrica

«Non bastano slogan e conferenze stampa per ridurre le perdite idriche del Piemonte». A parlare è il consigliere regionale Domenico Rossi commentando la conferenza stampa odierna in merito alle azioni messe in atto per contrastare la dispersione idrica in Piemonte. (leggi qui)

«L’assessore Marnati ha parlato di ‘piano Marshall dell’acqua’ per il Piemonte grazie a un investimento di centinaia di milioni tra il 2020 e il 2026 gran parte dei quali derivanti dal PNRR – prosegue Rossi -. Inutile tirare la giacca al ministro Cingolani quando la Lega ha contribuito alla caduta del Governo Draghi. Ben vengano le risorse, ma occorre pragmatismo: esistono puntuali mappature delle perdite degli enti gestori? Ci sono piani di intervento con relativi cronoprogrammi? Insomma, sappiamo dove sono i buchi nei tubi ed entro quanto riusciremo a ripararli? Ad oggi pare di no».

Domande a cui dare risposte nel medio termine, secondo il consigliere, con un’adeguata programmazione ma anche nell’immediato per far fronte alle emergenze denunciate dagli amministratori locali: «L’iniziativa che parte dai sindaci di Suno, Cavaglietto, Cavaglio D’Agogna, Oleggio Castello, Cressa, Cureggio, Gattico-Veruno, Fontaneto d’Agogna, Varallo Pombia, Vaprio e Bogogno è emblematica. Adottare un atto di indirizzo comune in consiglio comunale è il modo di presentarsi con più peso nel dialogo con l’ente gestore e i Comuni più grandi che, di fatto, determinano la governance». (leggi qui)

“L’impegno dell’assessore Marnati a trovare delle soluzioni è apprezzabile, ma non possiamo dimenticare che la Lega è tra i partiti che in questi anni hanno negato i cambiamenti climatici e che è responsabile degli indirizzi e della governance Acque Novara Vco degli ultimi decenni – aggiunge Rossi -. Ripensare a posizioni e scelte sbagliate è il primo passo per cambiare strada, come ci chiedono anche i ragazzi del Climate Social Camp riunito in questi giorni a Torino. E’ tempo di adottare un modello circolare, ad esempio lavorando meglio sulla depurazione per un riutilizzo delle acque reflue e sulla strategia per la gestione delle acque sotterranee».

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Redazione

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