Coriandoli (non) a pioggia: a Novara un’ora e mezza per vietare quelli di plastica durante i matrimoni

La mozione presentata dalla Lega è stata votata all'unanimità

A Novara i coriandoli finiscono in consiglio comunale. E non per festeggiare: per vietarli. È durata un’ora e mezza, con tanto di sospensione per l’emendamento proposto dalle minoranze, la discussione sulla mozione della Lega che chiedeva di proibire i coriandoli di plastica durante i matrimoni civili.

Il promotore, Arduino Pasquini, ha spiegato di essere stato ispirato da «un cittadino che passando davanti al municipio mi ha fatto notare come quei coriandoli si disperdano ovunque». «È un gesto simbolico – ha detto – che deve partire dai palazzi delle istituzioni che devono dare l’esempio».

La minoranza ha provato ad allargare il tiro: «Vietiamoli in tutte le manifestazioni, non solo nelle ricorrenze civili organizzate negli edifici comunali», per trasformare il tema in una vera campagna di sensibilizzazione contro le microplastiche. Quale occasione migliore per il consigliere di Forza Novara, Ezio Romano, che ha colto la palla al balzo per una lezione scientifica: un excursus su microplastiche e PFAS, su come si accumulano nelle acque e nei corpi, e sul perché occorre agire subito sul tema.

Poi è arrivato il consigliere di Fratelli d’Italia Mauro Gigantino, che ha riportato tutti con i piedi per terra (e forse anche in mezzo ai marciapiedi): «A me danno più fastidio gli escrementi e i monopattini che i coriandoli», ha osservato, pur riconoscendo che «una città come Varese ha già vietato le microplastiche su tutto il territorio comunale».

Alla fine, tra petali biodegradabili, carta riciclata e foglie essiccate, la mozione nella sua versione emendata ha fatto breccia. Nessuno sa se gli sposi novaresi lanceranno più fiori che coriandoli, ma di certo da oggi a palazzo Cabrino sanno che anche l’amore può essere compostabile…

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Immagine di Luca Galuppini

Luca Galuppini

24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.

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Coriandoli (non) a pioggia: a Novara un’ora e mezza per vietare quelli di plastica durante i matrimoni

La mozione presentata dalla Lega è stata votata all’unanimità

A Novara i coriandoli finiscono in consiglio comunale. E non per festeggiare: per vietarli. È durata un’ora e mezza, con tanto di sospensione per l’emendamento proposto dalle minoranze, la discussione sulla mozione della Lega che chiedeva di proibire i coriandoli di plastica durante i matrimoni civili.

Il promotore, Arduino Pasquini, ha spiegato di essere stato ispirato da «un cittadino che passando davanti al municipio mi ha fatto notare come quei coriandoli si disperdano ovunque». «È un gesto simbolico – ha detto – che deve partire dai palazzi delle istituzioni che devono dare l’esempio».

La minoranza ha provato ad allargare il tiro: «Vietiamoli in tutte le manifestazioni, non solo nelle ricorrenze civili organizzate negli edifici comunali», per trasformare il tema in una vera campagna di sensibilizzazione contro le microplastiche. Quale occasione migliore per il consigliere di Forza Novara, Ezio Romano, che ha colto la palla al balzo per una lezione scientifica: un excursus su microplastiche e PFAS, su come si accumulano nelle acque e nei corpi, e sul perché occorre agire subito sul tema.

Poi è arrivato il consigliere di Fratelli d’Italia Mauro Gigantino, che ha riportato tutti con i piedi per terra (e forse anche in mezzo ai marciapiedi): «A me danno più fastidio gli escrementi e i monopattini che i coriandoli», ha osservato, pur riconoscendo che «una città come Varese ha già vietato le microplastiche su tutto il territorio comunale».

Alla fine, tra petali biodegradabili, carta riciclata e foglie essiccate, la mozione nella sua versione emendata ha fatto breccia. Nessuno sa se gli sposi novaresi lanceranno più fiori che coriandoli, ma di certo da oggi a palazzo Cabrino sanno che anche l’amore può essere compostabile…

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24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.