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Cgil: «No ai licenziamenti senza protezione sociale e politiche attive

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Attilio Fasulo interviene ancora una volta sul tema dello sblocco dei licenziamenti fissato per il 1 luglio 2021. Nella giornata di ieri protesta a San Pietro per la sicurezza nei luoghi di lavoro

I sindacati si schierano contro lo sblocco dei licenziamenti. Secondo quanto disposto dal decreto Sostegni bis, infatti, le aziende industriali possono tornare a licenziare dal prossimo 1 luglio. Un tema contro il quale si sono scagliati i segretari nazionali confederali. Luigi Sbarra (Cisl) ha parlato di «bomba sociale» mentre Maurizio Landini (Cgil) ha detto che «non è il momento di aprire ulteriori fratture sociali».

Una posizione peraltro condivisa dal sindaco leghista di Novara, Alessandro Canelli, in una intervista rilasciata ieri (leggi qui).

«Abbiamo preso atto di questa decisione, ma riteniamo che le tempistiche non siano sufficienti – afferma il segretario provinciale Cgil Novara e Vco, Attilio Fasulo -. Quello che si verificherà? Le grandi aziende potranno avviare processi che potranno permettere loro di reggere comunque anche grazie ai contributi, e riusciranno a mascherare. La mattanza, invece, la vedremo nelle realtà. C’è moltissima preoccupazione: se a fianco di questa logica di licenziamento non c’è una rete di protezione sociale e di politiche attive per il lavoro, questa situazione diventerà ancora più drammatica, di dimensioni spaventose. Il governo non ci sta ascoltando, ma noi con forza chiediamo ancora una volta di prorogare fino a ottobre in modo da costruire una discussione seria sugli ammortizzatori sociali. Se così non sarà, programmeremo una serie di mobilitazioni sia locali che a livello nazionale. Penso che che su nostro territorio i settori più colpiti saranno il commercio al dettaglio e il turismo».

Intanto nella giornata di ieri Fp Cgil ha organizzato un sit in a San Pietro Mosezzo per la sicurezza sui luoghi di lavoro di fronte all’azienda di cui era dipendente l’operaio albanese morto due anni candendo da un ponteggio in via Greppi. «l’hashtag che abbiamo voluto portare è #bastamortisullavoro – prosegue Fasulo -. Una manifestazione che è arrivata dopo l’incontro on il prefetto di Novara al quale abbiamo esposto le nostre ragioni chiedendo una cabina di regia che concretamente si occupi di tutti gli aspetti, in particolare della formazione. Il 31 maggio saremo ascoltati anche dal prefetto di Verbania».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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