Una normativa del 2013 ha introdotto l’obbligo per ogni Comune di residenza di porre a dimora un albero per ogni neonato. Due mesi prima della scadenza del mandato la Giunta deve rendere noto quello che è il “bilancio arboreo”, indicando il numero degli alberi piantati in aree urbane di proprietà pubblica, dando contemporaneamente conto dello stato di manutenzione delle zone verdi di propria competenza. Una premessa d’obbligo per capire alcuni significati della conferenza stampa con il quale il primo cittadino Alessandro Canelli, con l’assessore Mario Paganini e Pier Mario Travaglia, nuovo responsabile del Settore progettazione e manutenzione del verde pubblico, hanno presentato – ieri mattina, giovedì 10 giugno – il “Bilancio arboreo di fine mandato”.
Numeri alla mano, il primi cittadino si è detto soddisfatto per i risultati complessivamente conseguiti negli ultimi cinque anni: «Gli oltre 16 alberi censiti nel 2016 sono diventati oggi poco più di 19 mila senza contare gli interventi di forestazione; e ben 32.202 mila se dovessimo contare anche gli oltre 12 mila conteggiando anche gli esemplari per le “compensazioni” dovute a interventi di natura urbanistica, uno fra tutto quello di Agognate». Senza dimenticare, ha aggiunto ancora Canelli, «che da questo “censimento” non sono ovviamente compresi tutti gli alberi che si trovano in aree private come abitazioni e condomini, o di altri enti come l’ospedale, la Provincia, l’Atc; e che non sono state prese in considerazione neppure altre tre zone oggetto di forestazione ancora da censire come viale Gherzi, strada Prelle e via Tazzoli e neppure il progetto di compensazione Tav da via della Pace sino a San Rocco, oltre a quelli cresciuti spontaneamente. In tutto altre migliaia di alberi. Insomma, in cinque anni abbiamo raddoppiato il patrimonio arboreo cittadino e i dati, assolutamente oggettivi che presentiamo oggi, sono persino in difetto».
Nel computo totale il sindaco non ha però mancato di ricordare come vanno calcolati gli oltre 3 mila alberi presenti in un bosco alla Bicocca “acquistato” dal Comune, così come anno dopo anno sono «diminuiti gli abbattimenti (passati da 561 a 150, ndr); per contro il numero di nuovi alberi messi a dimora è passato dallo “zero” nel 2016, crescendo poi, a parte il 2020 a causa della pandemia, sino a raggiungere la cifra di 4.119. Da questo punto di vista abbiamo rispettato il vincolo in rapporto ai nuovi nati, che sono stati 3.347». Certo, è stato da più parti fatto osservare – in primis dalle associazioni ambientaliste – che sul saldo “pesano” i più volte citati oltre tremila del bosco alla Bicocca, ma per il sindaco «la sostanza non cambia, perché è come se li avessimo tagliati e poi piantati noi, con il vantaggio che ci ritrovaiamo essenze già adulte e con una spesa minore»