Bullismo e cyberbullismo, Piemonte approva primo piano regionale: «Patentino per lo smartphone diventi modello nazionale»

IL consigliere Rossi chiede alla Regione centri per i disturbi da cyberbullismo e dipendenze digitali

Dopo sette anni dall’approvazione della legge regionale 2/2018, il Piemonte ha finalmente il suo primo piano regionale contro il bullismo e il cyberbullismo per il triennio 2025-2027. A darne notizia è il consigliere regionale Domenico Rossi, promotore e primo firmatario della legge approvata nel 2018 dopo il percorso della legge nazionale della senatrice novarese Elena Ferrara.

«Nel corso del lungo lavoro di perfezionamento in commissione – ha spiegato Rossi – abbiamo raccolto le istanze del mondo della scuola e di tutti i soggetti coinvolti. Ho presentato alcuni emendamenti, poi approvati, per rafforzare il progetto “Un patentino per lo smartphone”, che negli anni ha reso il Piemonte una regione di riferimento a livello nazionale nella prevenzione e nel contrasto al bullismo e al cyberbullismo. È un modello virtuoso che andrebbe esteso a tutto il paese: il Patentino dovrebbe diventare un progetto nazionale».

Tra le modifiche proposte dal consigliere dem anche l’ampliamento degli interventi per costruire una vera e propria comunità educante, coinvolgendo i pediatri di libera scelta. «È importante – ha sottolineato Rossi – che le famiglie siano informate fin dai primi anni di vita dei bambini su come accompagnarli in un uso sano e consapevole della tecnologia».

Rossi evidenzia inoltre la necessità di un approccio più strutturale ai problemi derivanti dall’uso precoce e prolungato di dispositivi digitali e social network. «Di fronte all’aumento dei disturbi legati alla dipendenza da Internet e ai rischi del cyberbullismo – ha affermato – serve un impegno che vada oltre l’ambito educativo. Ci saremmo aspettati che il Piano includesse anche azioni sanitarie, come la creazione di centri regionali per i disturbi da cyberbullismo e Internet Addiction Disorder, previsti dalla legge stessa».

Il dibattito sul tema, ha ricordato Rossi, si inserisce nel più ampio confronto nazionale sull’età minima di accesso alle piattaforme digitali. «La tutela della salute mentale e la formazione digitale dei minori devono restare al centro delle nostre politiche – ha concluso –. Ognuno deve fare la propria parte, a partire dalle istituzioni».

Condividi:

Facebook
WhatsApp
Telegram
Email
Twitter

© 2025 La Voce di Novara - Riproduzione Riservata
Iscrizione al registro della stampa presso il Tribunale di Novara

Immagine di Redazione

Redazione

Condividi l'articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

SEGUICI SUI SOCIAL

Sezioni

Bullismo e cyberbullismo, Piemonte approva primo piano regionale: «Patentino per lo smartphone diventi modello nazionale»

IL consigliere Rossi chiede alla Regione centri per i disturbi da cyberbullismo e dipendenze digitali

Dopo sette anni dall’approvazione della legge regionale 2/2018, il Piemonte ha finalmente il suo primo piano regionale contro il bullismo e il cyberbullismo per il triennio 2025-2027. A darne notizia è il consigliere regionale Domenico Rossi, promotore e primo firmatario della legge approvata nel 2018 dopo il percorso della legge nazionale della senatrice novarese Elena Ferrara.

«Nel corso del lungo lavoro di perfezionamento in commissione – ha spiegato Rossi – abbiamo raccolto le istanze del mondo della scuola e di tutti i soggetti coinvolti. Ho presentato alcuni emendamenti, poi approvati, per rafforzare il progetto “Un patentino per lo smartphone”, che negli anni ha reso il Piemonte una regione di riferimento a livello nazionale nella prevenzione e nel contrasto al bullismo e al cyberbullismo. È un modello virtuoso che andrebbe esteso a tutto il paese: il Patentino dovrebbe diventare un progetto nazionale».

Tra le modifiche proposte dal consigliere dem anche l’ampliamento degli interventi per costruire una vera e propria comunità educante, coinvolgendo i pediatri di libera scelta. «È importante – ha sottolineato Rossi – che le famiglie siano informate fin dai primi anni di vita dei bambini su come accompagnarli in un uso sano e consapevole della tecnologia».

Rossi evidenzia inoltre la necessità di un approccio più strutturale ai problemi derivanti dall’uso precoce e prolungato di dispositivi digitali e social network. «Di fronte all’aumento dei disturbi legati alla dipendenza da Internet e ai rischi del cyberbullismo – ha affermato – serve un impegno che vada oltre l’ambito educativo. Ci saremmo aspettati che il Piano includesse anche azioni sanitarie, come la creazione di centri regionali per i disturbi da cyberbullismo e Internet Addiction Disorder, previsti dalla legge stessa».

Il dibattito sul tema, ha ricordato Rossi, si inserisce nel più ampio confronto nazionale sull’età minima di accesso alle piattaforme digitali. «La tutela della salute mentale e la formazione digitale dei minori devono restare al centro delle nostre politiche – ha concluso –. Ognuno deve fare la propria parte, a partire dalle istituzioni».

© 2025 La Voce di Novara
Riproduzione Riservata