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“Bollette in vetrina”: a Novara una partenza… morbida

Ha preso il via stamattina l'iniziativa lanciata a livello nazionale da Fipe – Confcommercio per sensibilizzare i cittadini sul caro utenze che devono affrontare i titolari dei pubblici esercizi. Sartoretti: «Se in Governo non interviene gli esercenti dovranno ritoccare i listini o chiudere»

Ha preso il via stamattina anche a Novara “Bollette in vetrina”, l’iniziativa lanciata a livello nazionale da Fipe – Confcommercio per sensibilizzare i cittadini sul caro utenze che devono affrontare i titolari dei pubblici esercizi. Da ieri, venerdì 26 agosto, gli associati all’organizzazione della categoria possono chiedere di ricevere una “cornice” da esporre nel propri locali – anche in vetrina, come suggerisce il nome – dove poter mettere in bella vista le ultime bollette del gas e dell’energia elettrica. Fatture che, rispetto a dodici mesi fa, per tanti sono addirittura triplicate. Un segnale di protesta ma al tempo stesso di trasparenza, per rendere note a tutti la situazione nella quae le imprese sono costrette a operare.


«Il nostro obiettivo – ha spiegato Massimo Sartoretti, presidente di Fipe – Confcommercio Alto Piemonte e consigliere nazionale della stessa organizzazione – è quello di rendere trasparente cosa sta succedendo oggi a chi gestisce un bar o un ristorante. Vogliamo spiegare ai clienti il perché stanno pagando un caffè un po’ di più, con il rischio di nei prossimi mesi di ulteriori aumenti».


Sartoretti ha usato come “termometro” il costo della tazzina, uno dei riti preferiti dagli taliani, da sempre considerato uno degli indicatori principali per valutare la situazione. Da questo punto di vista il rincaro si è registrato, anche prima dell’estate. Un caffé al bando costa ormai quasi ovunque 1,10 euro; qualcuno lo propone a 1,20, ma ci sono ancora delle “mosche bianche” che lo vendono a un euro tondo, preferendo ritoccare i prezzi di altre consumazioni.


«Con aumenti dei costi dell’energia del 300% – ha continuato Sartoretti – si lavora una pistola puntata alla tempia. Se il Governo non interviene, o si agisce sui listini o si sospende l’attività. Contiamo sulla sensibilità dei cittadini e dei clienti perché fare lo scaricabarile dei costi è proprio quello che non vorremmo fare».


Quali sono le vostre richieste più urgenti? «Il Governo deve potenziare immediatamente il credito di imposta anche per le imprese non energivore e non gasivore. Un credito d’imposta del 15% per l’energia elettrica non è assolutamente adeguato agli extra costi che le imprese stanno sostenendo. Occorre però fare presto, perché il rischio concreto è quello di innescare una spirale inflazionistica destinata a gelare i consumi».


A Novara l’iniziativa è però partita in maniera decisamente… morbida. Sino a alla serata di ieri le adesioni a questa singolare protesta erano pochissime, ma, come hanno spiegato da Fipe – Confcommercio, si tratta di un’operazione «che non ha una scadenza. Anzi, qualcuno aveva già provveduto a esporre in forma totalmente autonoma le proprie bollette delle utenze. Vediamo nei prossimi giorni cosa succederà».

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Luca Mattioli

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