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Beni confiscati alla mafia, nessun bando regionale per il 2020

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Beni confiscati alla mafia, nessun bando regionale per il 2020. «Capisco che l’emergenza Covid abbia assorbito tutte le energie, però c’è disattenzione sul tema da parte della giunta Cirio sul riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie». Lo dichiara il consigliere regionale Domenico Rossi che nel consiglio regionale di oggi, martedì 29 dicembre, ha portato il tema all’attenzione dell’esecutivo con un question time rivolto al presidente Cirio.
«Mi preoccupa – prosegue Rossi – la disattenzione su questo tema. Nel 2017, durante la scorsa legislatura, con la giunta Chiamparino avevamo finalmente messo in moto un meccanismo di sostegno regionale nei confronti dei Comuni per il riutilizzo dei beni confiscati. Già l’anno scorso, probabilmente per il cambio di amministrazione, il bando non è stato emanato. Si tratta di una mancanza inspiegabile considerato che il bilancio regionale prevedeva, per il 2020, risorse per 150 mila euro e sarebbe bastato replicare l’ultima versione pubblicata del bando».

 

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L’emergenza sanitaria non ha arrestato l’attività illecita della criminalità organizzata in quanto, a causa della grave crisi economica e finanziaria che attraversa l’economia nazionale, la fragilità sociale in cui insinuarsi, specie tra gli strati più deboli della società, è maggiore.

«Non è il momento di abbassare la guardia e l’assenza del bando 2020 non è un bel segnale – continua il consigliere -. L’assessore al Bilancio Andrea Tronzano, richiamando l’emergenza sanitaria, ha confermato che per l’anno 2020 non sarà pubblicato alcun bando e si è impegnato a far confluire le risorse previste a bilancio sul bando 2021. La pandemia non può essere un alibi sempre valido: vigileremo con attenzione affinché l’impegno preso oggi dall’assessore sia mantenuto a partire dal prossimo documento di bilancio e chiederò che il bando sia pubblicato nei primi mesi del 2021. I beni riutilizzati socialmente assumono un alto valore simbolico e pedagogico, testimonianza di uno stato credibile, capace di riappropriarsi di quanto le mafie hanno sottratto ai cittadini attraverso attività criminali e di restituire alla collettività valore attraverso creazione di lavoro, impresa o attività di sostegno alle fasce deboli».

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