Allontanamento zero, fa discutere il disegno di legge piemontese. Si muove anche Novara

Allontanamento zero, fa discutere il disegno di legge piemontese. Si muove anche Novara. Sono diverse le realtà associative che in tutta la Regione e non solo (la petizione su Change.org ha già raccolto 1.700 firme) si oppongono alla proposta legislativa promossa dall’assessore alle Politiche Sociali, Chiara Caucino.

Il documento ha lo scopo di ridurre di almeno il 60% il numero di allontanamenti di minori dai nuclei famigliari; inoltre stabilisce che in Piemonte l’allontanamento per cause di fragilità o inadeguatezza genitoriale possa essere praticato solo successivamente all’attuazione di un progetto educativo pertinente e dettagliato, costruito con la famiglia, contenente obiettivi di cambiamento e miglioramento delle relazioni possibili e verificabili, che abbia almeno una durata semestrale. In caso di allontanamento, il testo stabilisce una priorità per gli affidamenti ai parenti fino al quarto grado a prescindere dall’adeguatezza educativa.

 

 

Anche Novara si è mossa contro il disegno di legge, a cominciare dal gruppo consigliare del Pd: «Il difetto più evidente – spiega Milù Allegra, prima firmataria di una mozione che sarà discussa durante la prossima seduta di consiglio allo scopo di favorire l’apertura di un tavolo di confronto con tutte le forze politiche e con i soggetti sociali e culturali che hanno espresso obiezioni – sta nel fatto che non si mette al centro il bene dei minori, ma si favoriscono altri aspetti. Nel momento in cui i servizi intervengono con un allontanamento, ci si trova di fronte a casi estremi, di violenze o altri situazioni simili, quando è assolutamente indispensabile in quanto l’incolumità del minore è in grave pericolo. Inoltre non ci può affidare ai parenti: questi non sempre sono in grado di occuparsi di un bambino o di un adolescente. Il grado di parentela non può essere l’unico parametro da considerare. Sono d’accordo sul progetto educativo famigliare, ma qui si mette in discussione il lavoro degli operatori del settore che, infatti, si stanno opponendo al disegno. È necessario, piuttosto, potenziare la rete dei servizi tra Asl, assistenti sociali, psicologi: ma è ovvio che per fare questo bisogna fare investimenti».

A oggi non sono emersi procedimenti giudiziari che gettino ombre sugli allontanamenti disposti in Piemonte e la situazione nella città di Novara sembra funzionare bene, così come ha dichiarato recentemente l’assessore alle Politiche Sociali, Franco Caressa, rispondendo a un’interrogazione del gruppo dem: «I nostri servizi territoriali agiscono esclusivamente nell’interesse del minore, attivando tutti gli strumenti disponibili che possano garantirgli di crescere all’interno della propria famiglia. A volte, purtroppo, l’incolumità fisica psichica del minore è esposta a rischi tali che non si può prescindere da un allontanamento; può trattarsi di situazioni di maltrattamento e di presunto abuso ma non solo; in molti casi ci troviamo di fronte alla totale incapacità genitoriale, a una mamma o ad un papà troppo fragili, malati, che assumono comportamenti non rispondenti alle necessità del proprio figlio perché non ne comprendono le necessità e ne mettono a rischio, quando va bene, la salute mentale e quando va male la vita».

Secondo i dari forniti dalla Banca Dati Demografica Evolutiva, i minori a Novara risultano essere 15.941; 143 sono quelli allontanati dalla propria famiglia, di cui 40 stranieri non accompagnati. Del totale, 103 sono ospitati in comunità (25 con la mamma) e 40 in affidamento familiare giuridico.

Questa sera, mercoledì 12 febbraio, alle 21 la Cgil organizza un incontro alla Camera del lavoro con operatori ed esperti del settore: Danila Botta, Cgil Piemonte; Emilia Pistoia, Anfaa Novara e Piemonte Orientale; Nicoletta Pavesi,docente di Sociologia della Famiglia – Università Cattolica di Milano; Barbara Rosina, oresidente Ordine degli Assistenti Sociali del Piemonte – Comitato “Zero Allontanamento Zero”; Domenico Rossi, vice presidente regionale della  Commissione Sanità.

Un incontro sul tema è in programma anche mercoledì 19 alle 21 nella sala consigliare di Castelletto Ticino. Intervengono: Monica Canalis e Domenico Rossi, consiglieri regionali Pd; Ilaria Cornalba, segretaria provinciale Pd; Sonia Franchini, assessore comunale alle Politiche Sociali.

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Cecilia Colli

Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Allontanamento zero, fa discutere il disegno di legge piemontese. Si muove anche Novara

Allontanamento zero, fa discutere il disegno di legge piemontese. Si muove anche Novara. Sono diverse le realtà associative che in tutta la Regione e non solo (la petizione su Change.org ha già raccolto 1.700 firme) si oppongono alla proposta legislativa promossa dall'assessore alle Politiche Sociali, Chiara Caucino.

Il documento ha lo scopo di ridurre di almeno il 60% il numero di allontanamenti di minori dai nuclei famigliari; inoltre stabilisce che in Piemonte l’allontanamento per cause di fragilità o inadeguatezza genitoriale possa essere praticato solo successivamente all’attuazione di un progetto educativo pertinente e dettagliato, costruito con la famiglia, contenente obiettivi di cambiamento e miglioramento delle relazioni possibili e verificabili, che abbia almeno una durata semestrale. In caso di allontanamento, il testo stabilisce una priorità per gli affidamenti ai parenti fino al quarto grado a prescindere dall’adeguatezza educativa.

 

 

Anche Novara si è mossa contro il disegno di legge, a cominciare dal gruppo consigliare del Pd: «Il difetto più evidente - spiega Milù Allegra, prima firmataria di una mozione che sarà discussa durante la prossima seduta di consiglio allo scopo di favorire l’apertura di un tavolo di confronto con tutte le forze politiche e con i soggetti sociali e culturali che hanno espresso obiezioni - sta nel fatto che non si mette al centro il bene dei minori, ma si favoriscono altri aspetti. Nel momento in cui i servizi intervengono con un allontanamento, ci si trova di fronte a casi estremi, di violenze o altri situazioni simili, quando è assolutamente indispensabile in quanto l'incolumità del minore è in grave pericolo. Inoltre non ci può affidare ai parenti: questi non sempre sono in grado di occuparsi di un bambino o di un adolescente. Il grado di parentela non può essere l'unico parametro da considerare. Sono d'accordo sul progetto educativo famigliare, ma qui si mette in discussione il lavoro degli operatori del settore che, infatti, si stanno opponendo al disegno. È necessario, piuttosto, potenziare la rete dei servizi tra Asl, assistenti sociali, psicologi: ma è ovvio che per fare questo bisogna fare investimenti».

A oggi non sono emersi procedimenti giudiziari che gettino ombre sugli allontanamenti disposti in Piemonte e la situazione nella città di Novara sembra funzionare bene, così come ha dichiarato recentemente l'assessore alle Politiche Sociali, Franco Caressa, rispondendo a un'interrogazione del gruppo dem: «I nostri servizi territoriali agiscono esclusivamente nell’interesse del minore, attivando tutti gli strumenti disponibili che possano garantirgli di crescere all’interno della propria famiglia. A volte, purtroppo, l’incolumità fisica psichica del minore è esposta a rischi tali che non si può prescindere da un allontanamento; può trattarsi di situazioni di maltrattamento e di presunto abuso ma non solo; in molti casi ci troviamo di fronte alla totale incapacità genitoriale, a una mamma o ad un papà troppo fragili, malati, che assumono comportamenti non rispondenti alle necessità del proprio figlio perché non ne comprendono le necessità e ne mettono a rischio, quando va bene, la salute mentale e quando va male la vita».

Secondo i dari forniti dalla Banca Dati Demografica Evolutiva, i minori a Novara risultano essere 15.941; 143 sono quelli allontanati dalla propria famiglia, di cui 40 stranieri non accompagnati. Del totale, 103 sono ospitati in comunità (25 con la mamma) e 40 in affidamento familiare giuridico.

Questa sera, mercoledì 12 febbraio, alle 21 la Cgil organizza un incontro alla Camera del lavoro con operatori ed esperti del settore: Danila Botta, Cgil Piemonte; Emilia Pistoia, Anfaa Novara e Piemonte Orientale; Nicoletta Pavesi,docente di Sociologia della Famiglia - Università Cattolica di Milano; Barbara Rosina, oresidente Ordine degli Assistenti Sociali del Piemonte - Comitato "Zero Allontanamento Zero"; Domenico Rossi, vice presidente regionale della  Commissione Sanità.

Un incontro sul tema è in programma anche mercoledì 19 alle 21 nella sala consigliare di Castelletto Ticino. Intervengono: Monica Canalis e Domenico Rossi, consiglieri regionali Pd; Ilaria Cornalba, segretaria provinciale Pd; Sonia Franchini, assessore comunale alle Politiche Sociali.

Cecilia Colli

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore