A dare l’allarme era stato un passante a dare l’allarme. Aveva visto due donne attorno all’anziano, intente a carpire informazioni. La scena sembrava sospetta. E così aveva avvisato la polizia ferroviaria che, arrivata sul posto, aveva chiesto spiegazioni: «E’ nostro zio», si erano affrettate a dire le due donne che in mano aveva anche una busta col libretto e 350 euro in contanti. «Zio, è vero che sono tua nipote?», aveva aggiunto una delle due. Ma dopo le verifiche del caso era emerso che fra loro e l’uomo non c’era alcun rapporto di parentela. E ora, per quel tentativo di truffa risalente all’11 giugno 2017 in piazza Garibaldi a Novara, è a processo G.L., novarese di 42 anni. Con lei c’era una minorenne, denunciata al tribunale per i minori di Torino. A dire della donna, la ragazzina era invalida.
Vittima un galliatese di 75 anni. «L’anziano era spaventato – ha detto un aula un agente -. Abitava da poco a Massa ma si era allontanato dalla casa della figlia perché voleva tornare a Galliate, di dove era originario e dove aveva abitato fino a poco tempo prima. Quando lo abbiamo portato in ufficio si è lasciato andare dicendo che non conosceva assolutamente le due donne».
La polizia ha poi verificato che dal conto dell’anziano erano stati prelevati 370 euro, emessi con banconote di un certo taglio. Gran parte di quelle banconote sono state trovate nella disponibilità dell’imputata.
L’anziano preso di mira ora vive lontano e fa fatica a venire a Novara per testimoniare. Potrebbe essere sentito in videoconferenza dal luogo di residenza.