Chez Mimich

Jojo Rabbit

Per una volta cominciamo dalla colonna sonora. Può un film sul nazismo incominciare con“I want to hold your hand” dei Beatles, comprendere in sé Tom

Il crudele destino del novarese ateo

Quando un parigino sta per atterrare ad Orly o al Charles De Gaulle, occhieggiando dal finestrino la vede subito, la “Dame de Fer”, sempre lì,

Sorry we missed you

Vedere un film di Ken Loach è una sorta di rito. I suoi film hanno, quasi esclusivamente, un solo soggetto: il proletariato urbano inglese. Non

Dialoghi dal terzo millennio: pre saldi

Per la strada Petula: “Ciao Mario, non chiedermi niente perché vado di corsa…” Mariulin: “Ciao Petula, non mi passava nemmeno nell’anticamera del cervello…” Petula: “Vado

Piccole donne

Dopo il quasi terrificante “Downton Abbey” di Michael Engler, oggi non mi sono fatto mancare “Piccole donne” di Greta Gerwig dal romanzo di Louisa May

City maps and stories

Se si definisse Lorenzo Petrantoni un illustratore, lui si arrabbierebbe. Lui sa di non esserlo eppure crea libri illustrati e molto altro. A suo dire,

Heimat, l’album di una famiglia tedesca

Può una tedesca che vive negli Stati Uniti d’America, avere nostalgia della sua Heimat (che possiamo tradurre un po’ forzatamente con “patria”), benché la Heimat

Pinocchio

“Pinocchio” è sempre una storia avvincente per chi si rifiuta di crescere, come diceva Carmelo Bene, un po’ meno per chi poi si è rassegnato

Chez Mimich

Jojo Rabbit

Per una volta cominciamo dalla colonna sonora. Può un film sul nazismo incominciare con“I want to hold your hand” dei Beatles, comprendere in sé Tom Waits e chiudersi con “Helden”, ovvero la versione tedesca di “Heros” di David Bowie? Sì, può, ma il regista deve essere in odore di genialità

Il crudele destino del novarese ateo

Quando un parigino sta per atterrare ad Orly o al Charles De Gaulle, occhieggiando dal finestrino la vede subito, la “Dame de Fer”, sempre lì, piantata sulla città, elegante e salda. Così come, quando un romano cammina lungo i Fori Imperiali e vede spuntare il Colosseo, è fiero di quello

Sorry we missed you

Vedere un film di Ken Loach è una sorta di rito. I suoi film hanno, quasi esclusivamente, un solo soggetto: il proletariato urbano inglese. Non stupitevi troppo se uso questo termine “marxiano” (e marxista), Ken Loach resta profondamente marxista, nelle tematiche, nelle poetiche, probabilmente anche nelle aspirazioni. È questa la

Dialoghi dal terzo millennio: pre saldi

Per la strada Petula: “Ciao Mario, non chiedermi niente perché vado di corsa…” Mariulin: “Ciao Petula, non mi passava nemmeno nell’anticamera del cervello…” Petula: “Vado al centro commerciale, non chiedermi perché: è un segreto!” Mariulin: “Non mi permetterei mai…” Petula: “Ci sono i pre-saldi riservati ai soli clienti fedelissimi. Non

Piccole donne

Dopo il quasi terrificante “Downton Abbey” di Michael Engler, oggi non mi sono fatto mancare “Piccole donne” di Greta Gerwig dal romanzo di Louisa May Alcott. C’è in me una dose di masochismo latente che spesso mi fa operare per scelte come questa, rifiutandomi però  di sottopormi a riti cinematografici

City maps and stories

Se si definisse Lorenzo Petrantoni un illustratore, lui si arrabbierebbe. Lui sa di non esserlo eppure crea libri illustrati e molto altro. A suo dire, non sa minimamente disegnare nemmeno una pera. Probabilmente è vero, ma le sue storie e i suoi racconti sono comunque storie e racconti fatti di

Heimat, l’album di una famiglia tedesca

Può una tedesca che vive negli Stati Uniti d’America, avere nostalgia della sua Heimat (che possiamo tradurre un po’ forzatamente con “patria”), benché la Heimat della sua infanzia sia stata la Germania nazista? Sì, può. E può a patto che, in qualche modo, come si usa e si abusa dire,

Pinocchio

“Pinocchio” è sempre una storia avvincente per chi si rifiuta di crescere, come diceva Carmelo Bene, un po’ meno per chi poi si è rassegnato a farlo, come lo stesso Pinocchio,  che però ha l’attenuante di non aver conosciuto il “leggendario”. E così ho visto volentieri l’ennesimo “Pinocchio” della mia