Snals contro il rientro al 70% nelle superiori: «La scuola non è luogo sicuro»

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Snals contro il rientro al 70% nelle superiori: «La scuola non è luogo sicuro». Lo afferma il segretario regionale del sindacato SNALS-Confsal Piemonte, Giovani Vittorio Pace, in vista di quanto avverrà lunedì 26 aprile negli istituti scolastici del Piemonte. «Abbiamo chiesto pubblicamente l’adozione di una circolare di indirizzo – spiega Pace – che ponga limiti chiari all’azione dei singoli istituti, delineando criteri universali validi per tutti. Non deve assolutamente accadere che qualche dirigente, per eccesso di zelo, decida autonomamente di sacrificare alle percentuali la tutela della salute».

 

E incalza: «Ricordo che in Piemonte, la scorsa settimana, in piena zona arancione, abbiamo registrato una media di circa 500 casi di contagio su 100mila soggetti, tra studenti, personale docente e non docente. Tutto ciò senza contare la provincia di Cuneo, rimasta in zona rossa fino a sabato scorso. Si tratta di un dato preoccupante, che supera di gran lunga la soglia dei 250 casi ogni 100mila abitanti prevista per il passaggio in zona rossa».

Secondo lo Snals da lunedì 12 a sabato 17 aprile, su una popolazione di 178.559 tra alunni e personale scolastico delle scuole superiori dell’intero territorio regionale sono stati 823 i casi positivi registrati complessivamente (esclusi gli oltre 25.000 studenti della provincia di Cuneo).

«Dobbiamo assolutamente evitare una corsa alla ripresa delle lezioni in presenza al 100%. Non è questo il tempo dei premi ma occorre, invece, garantire sicurezza all’intera comunità scolastica e alle famiglie degli allievi. Pur auspicando la riduzione del carico viaggiante sui mezzi pubblici al 50%, grazie alla bella stagione, mi spiace rimarcare che il problema è molto più complesso e le cause vanno ricercate anche altrove. Siamo preoccupati, attendiamo una prima ricognizione a metà della settimana prossima per valutare eventuali criticità e ci auguriamo che il Governo operi una riduzione della soglia della didattica in presenza a livelli più bassi del 70%, nel nome della sicurezza e della salute pubblica», conclude Pace.

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