Dieci di loro vivono insieme e sono assistiti quotidianamente dalle educatrici, altri 20 invece frequentano il centro diurno che in questo momento è chiuso. Educatori e volontari cercano di far vivere il più possibile la quotidianità ai ragazzi di Noi come voi, l’associazione che si dedica al volontariato nei confronti di persone diversamente abili.
Con chi vive nella struttura della Fondazione “Apri le braccia” le educatrici stanno sviluppando un progetto dedicato alla cucina e in modo particolare con Laura. «E’ un’idea di Houda Aziz, la mia collega, – dice l’educatrice Monica Albanese – lei è bravissima in cucina e avremmo voluto aprire un canale di ricette un domani. In queste settimane però abbiamo pensato di dare il via a questo progetto proprio con i ragazzi della struttura e in modo particolare con Laura (nella foto) che più di altri sta risentendo di questa situazione».
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Cornetti, girelle, pane dolce, torta di mele: alcune ricette sono già state realizzate con gli operatori e presto i video saranno pubblicati per essere condivisi e visti. «Laura è felice, il suo umore è cambiato e stiamo coinvolgendo anche gli altri ragazzi. E’ difficile, si sono sentiti spaesati all’inizio e devo dire che ha anche la mascherina ha spaventato, perché per loro sembrava la mettessimo per stare lontani da loro, invece abbiamo spiegato il motivo e il tempo ci ha aiutato molto» continua Monica.
A casa ci sono altri 20 ragazzi che frequentano il centro diurno: «La distanza rende tutto più difficile, ma facciamo le videochiamate, ci sentiamo, forniamo loro materiale per fare dei lavoretti in casa, chiaramente con consegna nel pieno rispetto delle norme». A casa i ragazzi disegnano e l’idea è quella di creare di nuovo, come successo già qualche anno fa, la Tela infinita: un unico grande disegno da mostrare nella piazza della città quando tutta questa situazione sarà passata, come «messaggio importante: il passato non è da dimenticare, da lui si può sempre trarre il meglio per il futuro», dice Monica.
E non manca il sostegno alle famiglie: «L’assistenza può essere telefonica, chiacchieriamo, anche pratica con l’aiuto in alcune faccende domestiche e magari l’acquisto di spesa o medicinali, facciamo sentire che anche a distanza ci siamo. I ragazzi ci mancano tanto» dice la presidente Benedetta Sereno Clerici.
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