Casaleggio

«Mi sono stupito di quanto sia cambiato. Aiuterò anche io i ragazzi in difficoltà»

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«Timido», è uno degli aggettivi con cui si è definito quasi subito. Una timidezza che lo ha aiutato a cambiare, a fare tanti passi avanti, a tal punto da sentirsi emozionato e felice guardando il suo volto su un cartellone pubblicitario.

Andrea Rovarini, di Varallo Pombia, è una delle scintille di vita scelte da Fondazione Comunità del Novarese per celebrare i 20 anni di attività. Andrea da tempo ormai partecipa al progetto “Non uno di meno” dell’istituto Fermi di Arona sostenuto proprio dalla Fondazione.

«Questo progetto è stato ed è fondamentale per me; quando ho iniziato le superiori mi sono trovato molto in difficoltà, il passaggio dalle scuole medie è stato forte e mi sono sentito come perso, mi vedevo piccole fra tante persone grandi, più grandi di me». Il progetto ha proprio questa finalità: prendere in un certo senso per mano gli studenti che riscontrano difficoltà e sostenerli affiancando un giovane universitario nel percorso di studi. «Luca è come se fosse un fratello maggiore per me, ho creato un forte legame di amicizia con lui e mi stupisco, dopo tre anni di quanto io abbia imparato».

 

 

Andrea con Luca ha imparato un metodo di studio: «Ero molto disordinato, non riuscivo a studiare, a preparare una verifica o una interrogazione, Luca mi ha insegnato un metodo approfondito. Ma non solo, mi sta dando tanto anche dal punto di vista umano». Come capita infatti fra amici, oltre alla scuola ci sono anche le chiacchierate e ad Andrea piacciono molto.

«Sono una persona timida, non ero così sicuro di avviare questo progetto, dopo una settimana mi sono ricreduto, ero felice di averci provato e felice di continuare, – racconta Andrea – così felice che quando concluderò gli studi vorrò continuare il progetto aiutando io gli altri». E per ora Andrea il prossimo anno sarà Mentore Junior, ossia offrirà sostegno ai più piccoli.

Il progetto con il lockdown non si è fermato: «Sentivo Andrea tramite le varie piattaforme, abbiamo studiato tanto e chiacchierato». Andrea ha cambiato il giudizio sul frequentare le scuole superiori: «Ora posso affrontarle con serenità ed è bello. Da grande? Vorrei seguire il percorso di mamma o papà, diventare cioè geometra o architetto e sicuramente del tempo lo dedicherò a questo progetto». E il volto sul cartellone? «E’ stato un po’ traumatico, – dice sorridendo – sono felice, mi emoziona. Non sono una persona che si butta nelle cose, questo per me è un ulteriore passo avanti».

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