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Mamre di Borgomanero in prima linea: missioni solidali in Ucraina e Libano

L'associazione è nata nel 1997 ed è attiva nel sociale su svariati fronti: dall'accoglienza di vittime di violenza fino ad arrivare a viaggi di solidarietà in zone colpite dalla guerra

Nel pomeriggio lunedì 20 marzo, i volontari di Mamre si sono recati in Ucraina per portare un generatore elettrico offerto dalla ditta Pintonfond che verrà donato a un ospedale a sud di Kiev. Il viaggio di solidarietà prosegurià con la distribuzione di generi alimentari e vestiario ai salesiani di Leopoli.

«Andare per conoscere non è sufficiente, è necessario riconoscere l’unicità di ogni persona, i suoi diritti, la sua dignità» – ha dichiarato il presidente di Mamre, Mario Metti da poco rientrato da un altro viaggio benefico, questa volta, in Libano.

«Dal 10 al 17 marzo con Gabriele Pezzotta, Gabriele Sala e padre Abdo Raad siamo stati in Libano dove eravamo già andati nel 2019 e nel 2020 per progetti nel campo profughi di Sabra e Chatila e per portare aiuti alla popolazione. Se già allora era tangibile la situazione critica di tante persone soprattutto dei milioni di profughi presenti in quel Paese, oggi ci siamo trovati di fronte a una popolazione messa in ginocchio da una situazione economica insostenibile» – ha continuato a raccontare, Metti.

«Abbiamo partecipato a un incontro con 20 insegnanti di una scuola sul tema “L’educazione alla spiritualità nei bambini” e le maestre dicevano che erano consapevoli di dire bugie quando parlavano di speranza ai loro bambini. Abbiamo incontrato il vescovo di Sidone – ha concluso il presidente – e siamo stati a pranzo con un imam sunnita, abbiamo avuto il dono di incontrare nel campo di Sabra e Chatila tantissimi bambini che con le loro mamme ci aspettavano nei locali della scuola che nel 2020 Mamre aveva donato loro e i disegni che avevano preparato parlavano di pace, di speranza, di ponti di incontro e di solidarietà, di diritti da riconoscere. Non possiamo dimenticarli, lasciarli soli. Dobbiamo essere generatori di speranza proprio per chi sente di non avere più speranza».

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Paolo Pavone

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