Curare la fragilità educativa, aggravata dall’attuale emergenza sanitaria, con un programma di sostegno allo studio a distanza. Questo l’obiettivo di “compiti@casa”, il progetto promosso dalla Fondazione De Agostini in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino, all’istituto comprensivo Rita Levi Montalcini, nel quartiere Sant’Andrea, oltre che a Torino e Milano.
A seguito della pandemia, infatti, più di 8,5 milioni di studenti sono stati costretti a interrompere la frequenza scolastica, aggravando ulteriormente le disuguaglianze di base. A questa situazione si sono sommate le difficoltà che la didattica a distanza (DAD) ha generato: difficoltà di accesso ad internet, mancanza di device appropriati, spazi domestici insufficienti per lo studio, analfabetismo digitale delle famiglie incapaci di assistere i figli in questa nuova modalità di apprendimento.
“Compiti@casa” è un progetto di sostegno ai ragazzi più fragili che vuole offrire una risposta ai bisogni educativi attraverso il supporto allo studio a distanza, coinvolgendo gli studenti universitari in qualità di tutor. Questa iniziativa, che si svolge interamente on line, consente da un lato di sfruttare il salto tecnologico che i ragazzi stessi sono stati in grado di conseguire durante l’emergenza e, dall’altro, vuole aiutarli a colmare le difficoltà che continuano a sperimentare nei loro percorsi scolastici.
Il progetto offre sostegno nell’apprendimento dell’italiano, della matematica e delle discipline scientifiche mediante un’attività di studio pomeridiano di quattro ore settimanali (due per l’area umanistica, due per quella scientifico-matematica) a partire dal secondo quadrimestre. Le attività – che dureranno 15 settimane per un totale di 6.000 ore di assistenza – sono svolte a distanza utilizzando una piattaforma digitale progettata e sviluppata dall’Università degli Studi di Torino per video lezioni in sincrono e per la condivisione dei contenuti interattivi.
Tutti gli appuntamenti si svolgono in rapporto uno a due (un tutor universitario/due alunni) oppure uno a uno, a seconda delle necessità, e vedono il coinvolgimento di 54 studenti (27 per l’area umanistica, 27 per l’area scientifico-matematica) dell’Università degli Studi di Torino, selezionati tramite un bando e opportunamente preparati attraverso un percorso di 500 ore di formazione.
Uno dei punti di forza del progetto è proprio la stretta collaborazione con l’Università degli Studi di Torino, nella persona della professoressa Marina Marchisio, Ordinario di Matematiche Complementari, che svolge da anni ricerche nel campo della Digital Education e coordina numerosi progetti di ricerca e didattica sul tema, anche presso il MIUR. La professoressa Marchisio, insieme al prof. Andrea Balbo del Dipartimento di Studi Umanistici, alla prof.ssa Barbara Bruschi del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione e a due borsiste dell’Università, si occupa della selezione, della formazione e del coordinamento dei tutor, nonché della formazione dei docenti delle scuole che partecipano all’iniziativa.
Nel progetto anche gli istituti scolastici diventano soggetti attivi, segnalando i ragazzi in difficoltà attraverso i docenti (4 per ogni istituto, 12 in totale), che sono a loro volta coinvolti in un percorso di formazione per 120 ore complessive e di verifica periodica dell’iniziativa.
«La forza di questo progetto sta nella virtuosa collaborazione tra studenti, tutor, scuola e famiglia, con il supporto didattico e tecnico offerto dall’Università degli Studi di Torino. L’incontro con la professoressa Marchisio ci ha permesso di realizzare questa iniziativa coinvolgendo gli studenti universitari in qualità di tutor degli alunni. Nuove e giovani figure di riferimento, che in un’ottica di peer education non solo potranno portare novità in termini di metodologie e contenuti, ma saranno anche capaci di accoglienza, ascolto e buone relazioni, anche a distanza» commenta Chiara Boroli, presidente di Fondazione De Agostini.
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