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API: «Le piccole e medie imprese, rischiano il collasso»

I forti rincari che rischiano di tagliare le gambe all’attuale ripresa

«Dopo due anni di crisi economica per l’emergenza Covid, oggi occorre immediatamente tamponare la situazione dei rincari dell’energia con una politica energetica nazionale a reale supporto delle PMI» – ha commentato il Presidente dell’API Gianmario Mandrini.

«La piccola e media industria nel 2022 pagherà l’energia quattro volte in più rispetto alla grande industria e ci troviamo di fronte ad un aggravio del 100% rispetto al prezzo medio dell’elettricità nel 2019 e a fronte della condizione di grave tensione che insiste sul mercato energetico europeo è lecito attendersi alla fine del 2022 addirittura un incremento del 200% rispetto al 2019» – ha continuato Mandrini.

«Si potrebbe prevedere una misura sull’esempio di quanto fatto in Francia, che promuova azioni di contenimento della percentuale di aumento delle tariffe o che, come in Germania, preveda forti agevolazioni fiscali e sarebbe anche opportuno avere una possibilità di rateizzazioni delle bollette» – ha proseguito il direttore generale API Paola Pansini.

«Un’altra soluzione a medio termine potrebbe essere la riduzione della dipendenza energetica dall’estero» – ha continuato Mandrini – «Insomma il prezzo dell’energia deve tornare ad essere collegato al costo di generazione e non restare in balia della speculazione dei mercati finanziari che non vanno certo a sostegno dell’economia reale, di cui hanno bisogno le PMI» – ha aggiunto Mandrini.

«Stiamo ritornando in un nuovo periodo di importante crisi economica e senza azioni forti da parte del nostro Governo a farne le spese saranno sempre e solo le piccole e medie industrie” – ha concluso Mandrini.

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Redazione

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