Anche l’Omar scende in campo per l’emergenza. E lo fa, mettendo a disposizione il suo bagaglio di conoscenza e competenze in campo tecnologico. Il dirigente dell’istituto e i docenti hanno in pratica raccolto una sorta di “sfida” perché tutto, in realtà è iniziato con una mail di una start up «nella quale – dice Francesco Ticozzi, dirigente dell’istituto tecnico novarese- si diceva che si poteva modificare una normale maschera da sub in modo da farla diventare una maschera per aiutare nella respirazione gli addetti che operano in ospedale».
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Hanno informato l’ospedale e «domenica scorsa ci hanno contatto per darci il via libera».
A quel punto la “macchina operativa” si è messa in moto.
«Con la stampante 3D abbiamo realizzato un paio di prototipi e siamo riusciti, con gli insegnanti dei dipartimenti di Elettronica e Meccanica, a montare la maschera; l’ultimo modello, che ho consegnato oggi, è a posto ed è già stata individuata, tramite partenariato, una ditta che le può produrre».
«Noi – conclude Ticozzi – facciamo un po’ da hub, abbiamo cercato di mettere insieme più enti per fare rete e gestire questa emergenza».
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