All’Istituto Ravizza di Novara, dove fin dall’inizio dell’emergenza è stata avviata la didattica a distanza con più di 100 computer recapitati agli studenti, lezione a distanza di letteratura con ospite il cantante milanese Pollio, tra i trionfatori di Musicultura, che ha spiegato, alle classi quinte del corso di Sala, il dramma dell’uomo moderno fra situazioni senza senso e angoscia esistenziale, a partire dal racconto La Metamorfosi di Franz Kafka. Ed è scattata l’analogia con la vita ai tempi del Covid19. «La cultura – dice Stefania Canzano, insegnante di Lettere, che ha curato la parte letteraria dell’incontro – è per definizione porosa, vive di contaminazioni e influenze. Quelle fra musica, letteratura e arte è praticamente un fenomeno naturale, dove al centro c’è l’uomo, raccontato in maniera diversa, a seconda dei periodi».
Pollio, già frontman della band “Io?drama” con centinaia di concerti alle spalle in Italia e oltralpe, oggi impegnato in un progetto solista, ha dialogato coi ragazzi presentando il racconto in chiave moderna dove il protagonista Gregor Samsa è un rider che recapita cibo a casa. In live streaming, dal salotto di casa con chitarra in braccio, ha intonato i versi di uno dei sui successi “Gli ultimi versacci di Gregor Samsa”, che ripercorrono con fedeltà degna del più esperto filologo le parole dell’incipit della Metamorfosi di Kafka.
«La narrazione di oggi – ha spiegato Pollio – ha puntato i fari su un individuo che si è talmente annullato e spersonalizzato da diventare uno scarafaggio; un insetto e, per di più, il più ributtante. La sua metamorfosi può essere interpretata anche come una reazione psicosomatica, una manifestazione di rigetto inconscio alle strette maglie delle convenzioni sociali».
«È stato facile intrecciare la musica col discorso letterario – aggiunge la professoressa Canzano – e spiegare ai ragazzi l’altra faccia del Decadentismo italiano. Non quello dannunziano, che parla del superuomo, affetto da volontà di potenza incontrollata, o dell’esteta preda della sua pulsione fra bello e piacere. Ma quello che parla dell’uomo in crisi, alienato, prigioniero di una vita senza senso, che sente estranea e non appartenergli. Eppure è l’unica che ha».
E i ragazzi hanno concluso che l’uomo di Kafka è l’uomo di oggi, quello del Covid19 del 2020. «Anche noi – dicono – stiamo vivendo un’esistenza assurda, “kafkiana” per l’appunto». In particolare, i ragazzi della classe 5B Sala hanno espresso entusiasmo per una lezione che ha saputo arricchirsi di un altro linguaggio, quello della musica, sentito più che mai accessibile e immediato, per un apprendimento efficace, anche in vista per loro dell’imminente maturità.
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