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«Accanimento sul ballo. Le regole devono valere per tutti»

«Non comprendo tutto questo accanimento sul ballo. In zona a parte il Celebrità e il Gilda, non ci sono altre discoteche all’aperto». Sono le parole di Maurizio Lo Vecchio, gestore del Celebrità che ha riaperto i battenti lo scorso 31 luglio, naturalmente all’aperto. Lo Vecchio è anche presidente Silb, l’ente che rappresenta le imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo delle province di Novara e Vco. «Non è facile, i protocolli che la Asl ci ha fornito non sono facili da seguire, abbiamo ridotto il 50% della capienza e siamo in un mese, agosto, che già solitamente accoglie meno persone rispetto a un periodo “normale”. E poi, – dice – non dimentichiamo i costi per protocolli, con il Celebrità abbiamo fatto molta fatica, anche nello studio delle varie planimetrie e percorsi per garantire tutte le distanze».

 

 

I gestori delle discoteche pretendono un uguale trattamento con tutte le altre realtà: «L’assembramento è costante, in spiaggia, su un treno regionale, in una piazza, la movida si fa in autonomia, non servono le discoteche. Anzi le discoteche offrono una movida in sicurezza, – dice Lo Vecchio – ci sono realtà lavorative che permettono di vivere a 50 famiglie, alcuni dei lavoratori hanno preso 700 euro in sei mesi, io personalmente ho potuto pagare i miei lavoratori all’inizio, non ho avuto le forze per farlo con costanza. C’è uno stato di emergenza? Sono d’accordo a chiudere, come ho fatto a febbraio, ma ho bisogno di un aiuto».

In discoteca c’è la fase di triage, si può prenotare l’ingresso, oppure no ed è necessario compilare un’autocertificazione, la mascherina è indispensabile: «Le discoteche italiane rispettano le norme, – prosegue Lo Vecchio – come Silb ci dissociamo da non lo fa, è responsabilità individuale. Se esiste lo stato di emergenza, questo deve valere ovunque».

Nebbia su una possibile riapertura delle discoteche al chiuso: «Attendiamo i decreti, ma il Governo ci deve aiutare. Possiamo fare rispettare le regole, ma non farci carico delle responsabilità individuali, avremmo bisogno di un addetto alla security per ogni persona. Chiediamo regole uguali per tutti».

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Elena Mittino

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