Casaleggio

24 scatti per raccontare il lockdown sul Lago Maggiore

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24 scatti per raccontare il lockdown sul Lago Maggiore. Arona, fulcro della costa novarese, ma anche altri Comuni, sono normalmente presi d’assalto dai turisti, anche di giornata. Senza emergenza coronavirus a Pasqua e Pasquetta, durante il fine settimana del 25 aprile e per il ponte del 1 maggio ci sarebbero state le solite code di auto e quelle migliaia di persone a passeggio che tutti siamo abituati a vedere.

Invece il lockdown ha silenziato tutto e noi abbiamo voluto raccontarlo con 24 scatti del fotografo aronese Roberto Sias che ha commentato ogni immagine con una riflessione.

GAME OVER! Utilizzare fiducia, speranza e tenacia per ricominciare.

ATTENZIONE CORONAVIRUS. La protezione della statua di San Carlo che sovrasta la città di Arona e la sponda piemontese del Lago Maggiore non è bastata ad evitare l’emergenza sanitaria. E’ successo l’imprevedibile. L’impatto di questa emergenza ha coinvolto tutti, direttamente o indirettamente, in misura diversa, ma pur sempre creando situazioni di disagio, privazioni o sofferenza e morte. In sintesi: un gran vuoto e silenzio.

PARCO GIOCHI CHIUSO. Senza dubbio, tra i gruppi sociali più colpiti c’è quello dei bambini; vittime innocenti a cui d’improvviso è stata interrotta la serenità e negata la crescita fatta anche di piccole cose, senza dar loro spiegazioni facilmente comprensibili. I giochi sono solo una parte delle privazioni a cui sono sottoposti, la scuola, la socializzazione con i propri simili sono altri aspetti poco visibili, ma saranno ricordati per tutta la vita.

LA STAZIONE FERROVIARIA. Evoca nell’immaginario collettivo un luogo di arrivi e partenze, di incontri ed emozioni. Sparito tutto! Le limitazioni di viaggio e il confinamento hanno trasformato la stazione di Arona un luogo vuoto e silenzioso.

TRAFFICO NULLO. Anche nelle strade cittadine di solito molto frequentate; qui la via principale di fronte al municipio di Arona.

VUOTO e SILENZIO. Senza trasporti, confinamento dei cittadini e spostamenti consentiti ai turisti, anche in un giorno di festa il lungolago di Arona assume una prospettiva inquietante.

LA CONTRADDIZIONE della piazza del Popolo ad Arona, per antonomasia luogo di incontri, ristoro e socializzazione, è senza il suo popolo.

PRIMAVERA E SOLE. Sorprende constatare che in una giornata calda e soleggiata nessuno passeggi in uno dei luoghi più frequentati di Arona, così come avviene nei bellissimi e ora fioriti lungolago di tutti i paesi che si affacciano sullo specchio lacustre.

STATALE 33. Anche a Belgirate la situazione non è diversa; sebbene questa sia la strada che costeggia la sponda occidentale del lago sino alla Svizzera, il transito di veicoli è quasi inesistente; i bar e i ristoranti sono chiusi, là dove di solito brulicano di avventori e turisti.

LA NAVIGAZIONE. La limitazione agli spostamenti vale anche sul lago. Le barche e i battelli sono in attesa di navigare la prossima rotta, a data da definire.

 

 

AGLI ORMEGGI. Ferme anche le attività ricreative tipiche del lago, così come l’uso e la manutenzione delle barche, ora tutte agli ormeggi.

I BATTELLI. Solo il rumore del vento increspa il silenzio e l’immagine di immobilità, i servizi dei battelli sono sospesi, in attesa di tempi migliori.

LE ECCEZIONI AL CONFINAMENTO. Tutta la cittadinanza ha risposto al confinamento e distanziamento sociale con molta responsabilità, svuotando gli spazi comuni altrimenti molto frequentati. Poche le eccezioni di spostamento, intorno a casa, sempre per necessità. Qui la soleggiata piazza San Graziano di Arona.

L’AMICO INSEPARABILE. La compagnia del proprio cane non è solo l’occasione di poter fare quattro passi, spesso rappresenta il solo rapporto affettivo concesso a molti anziani isolati nelle proprie abitazioni.

IL 25 APRILE. Non potendo festeggiare la ricorrenza della Liberazione con manifestazioni e assembramenti, qualcuno si accontenta di deporre un mazzo di fiori per ricordare i propri cari defunti durante la conquista della libertà e democrazia per tutti. Un innocuo e rapido gesto, una piccola eccezione che conferma le regole comportamentali in questo periodo, giusto per non lasciare un vuoto di memoria.

NUOVE ABITUDINI sono entrate nella nostra vita quotidiana e ci accompagneranno ancora per molti mesi. La mascherina è una protezione personale e una responsabilità sociale. La nuova abitudine è quella di abbandonare le certezze di un determinismo culturale e accettare un mondo probabilistico.

LE NUOVE DIMENSIONI. D’improvviso, lo spazio e tempo si sono dilatati; la faticosa frenesia quotidiana ha lasciato il passo all’attesa, alla pazienza, alla riflessione. Incredibile ma vero, ora tutti quanti rispettano le file.

LE CONSEGUENZE ECONOMICHE. Gli effetti della pandemia non sono solo quelli sanitari, la prima emergenza è in regressione, ma una nuova emergenza si profila nel prossimo orizzonte temporale. In un territorio dove il turismo è una colonna portante dell’economia ed è tra i più colpiti: la riduzione dei trasporti, la mancanza di forestieri e turisti lasciano una profonda ferita nel tessuto socioeconomico, lungo tutta la costa lacustre e tutti quei paesi che fanno della propria ospitalità e attrattiva la risorsa finanziaria principale.

LA CHIUSURA TEMPORANEA. La stagione è favorevole, il clima mite, i colori dei fiori sono sgargianti, ma i bar, ristoranti, hotel sono tutti temporaneamente chiusi.

LA SANITA’ PUBBLICA E I VOLONTARI. Affrontare la pandemia senza un efficace servizio di sanità pubblica sarebbe stato impossibile. E’ doverosa una nota di merito nei confronti di tutto il personale sanitario, qualificato e non. Grazie al lavoro di queste persone, l’incidenza di covid e la mortalità tra la popolazione è rimasta contenuta se confrontata con altre zone della regione.

PROTEZIONE E SOLIDARIETA’. Al controllo protettivo da parte delle autorità competenti si affianca l’organizzazione e la solidarietà dei tanti volontari che operano per organizzazioni senza fini di lucro. Inoltre, la Protezione Civile gioca un ruolo cruciale nell’affrontare questa situazione, lo fa con presidi locali e attività di supporto alla popolazione.

LA RESILIENZA. L’umanità dovrebbe imparare dal mondo vegetale e dalla loro ineguagliabile forza vitale, capace di ristabilire condizioni di crescita e sviluppo anche dopo tragici eventi. Bastano pochi elementi e un tempo sufficientemente lungo per ritornare al benessere e un futuro fruttifero e possibilmente sostenibile.

FIDUCIA, SOLIDARIETA’, TENACIA sono gli elementi essenziali per iniziare un nuovo percorso sociale ed economico. Ripartire con determinazione, creatività e capacità operativa sono i valori che caratterizzano la società in cui viviamo e tutti, autorità, individui, associazioni o settore privato, dovranno contribuire allo sviluppo di un nuovo capitale sociale. I turisti torneranno sempre ad apprezzare la natura e i colori di questi luoghi, così come il cibo e l’ospitalità delle genti che vi abitano.

LE RISORSE NATURALI. Oltre alle risorse umane si può contare, ancora una volta, sulle risorse naturali di cui il territorio locale abbonda. Bisognerà imparare a valorizzarle senza depredarle, promuovendo la protezione ambientale e la sostenibilità per le prossime generazioni. La bellezza mozzafiato dell’ambiente locale è una ricchezza ammirata ed invidiata da mezzo mondo; preserviamola, come preserviamo la nostra salute.

ANDRA’ TUTTO BENE. I bambini torneranno a giocare e animare quegli spazi vuoti che loro sanno come riempire con inesauribile energia e serenità. Loro sono la necessaria speranza che ci guida verso un futuro propizio, salutare e benefico per tutti.

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