Coccia ambizioso ma bilanci in crisi: «Ritardi dalla Regione insostenibili, sistema dei contributi va rivisto»

Il presidente Ravanelli denuncia i ritardi nell'erogazione dei contributi e avverte: la crisi di cassa pesa sulla programmazione. Chiesto un incontro Cirio e Chiarelli

La commissione consiliare dedicata al Piano di valorizzazione del Teatro Coccia che si è svolta questa mattina, 26 novembre, è diventata l’ennesima occasione per un confronto senza filtri sulle criticità finanziarie che da anni gravano sulla Fondazione. Il presidente Fabio Ravanelli, affiancato dalla direttrice Corinne Baroni, ha illustrato una visione artistica che punta sull’apertura, sulla contaminazione dei linguaggi e su un cartellone variegato e ambizioso, in grado di reggere il confronto con programmazioni di teatri più blasonati. Ma l’entusiasmo per la qualità culturale si scontra con difficoltà economiche ormai strutturali.

Ravanelli ha confermato che solo pochi giorni fa la Regione ha accreditato il saldo del contributo 2024 pari a 240 mila euro, dopo ripetute sollecitazioni. Un tema ricorrente nelle commissioni dedicate al Teatro e anche questa volta il presidente non ha usato mezze parole: «Così non è sostenibile» ha ribadito, annunciando che la Fondazione ha chiesto un incontro al presidente Alberto Cirio e all’assessora alla Cultura, la novarese Marina Chiarelli, per discutere una revisione del meccanismo di erogazione. «L’assessore ci è sempre stata vicina, ma il sistema va cambiato: i ritardi creano squilibri che mettono a rischio la continuità».

Uno spiraglio arriva dalla bozza di convenzione regionale per il 2026, utile a ottenere anticipazioni bancarie e quindi un po’ di ossigeno in termini di liquidità. «I finanziamenti hanno un costo, ma sono meglio di nulla» ha commentato Ravanelli, ringraziando invece il comune di Novara per la puntualità nei pagamenti, una puntualità che marca la differenza rispetto alla Regione.

Il quadro tecnico è stato illustrato dal consulente amministrativo Massimo Melone, che ha parlato senza giri di parole di «crisi di cassa costante che ci ha creato problemi con i fornitori». I problemi di bilancio derivano, secondo Melone dal fatto che: «Siamo disallineati di un anno, non abbiamo ancora visto un euro della convenzione 2025», una situazione che obbliga la struttura a distogliere energie dalla crescita artistica per far fronte alle urgenze amministrative. «È un sistema malato, che si riflette negativamente sul lavoro quotidiano, perché la struttura anziché concentrarsi per migliorare sempre di più, è costretta a sprecare risorse ed energie per garantire una gestione ottimale del teatro stesso».

La direttrice Corinne Baroni ha, invece, richiamato l’attenzione sulla necessità di una stabilizzazione a partire dal 2026, garantendo continuità senza rinunciare alla qualità delle produzioni. Tra gli obiettivi, rendere strutturali gli incontri a ingresso libero in caffetteria, a conferma della vocazione inclusiva del Coccia. L’assessore alla Cultura del comune di Novara, Luca Piantanida, ha espresso apprezzamento per il lavoro del teatro, ricordando il valore delle collaborazioni internazionali e gli effetti positivi della cultura sul tessuto sociale. Ma ha anche ribadito che «oggi fare cultura costa e i teatri non si mantengono da soli. I ritardi regionali, ha affermato, generano tensioni di cassa che compromettono l’equilibrio dell’intero sistema».

L’impressione finale è quella di un teatro che non ha paura di osare sul piano artistico, ma che continua a pagare il prezzo di un sistema di finanziamento incerto e tardivo. Se la Regione risponderà alla richiesta di incontro e avvierà una revisione delle procedure, il Coccia potrà davvero guardare al futuro con maggiore serenità. In caso contrario, il rischio è che la stagione venga soffocata da problemi che nulla hanno a che vedere con i titoli in cartellone.

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Immagine di Luca Galuppini

Luca Galuppini

24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.