A Novara si è chiusa a mezzogiorno di oggi la settimana dedicata alle elezioni dei portavoce di quartiere, lo strumento partecipativo con cui i cittadini hanno potuto eleggere un proprio rappresentante per dialogare in modo diretto con il Comune. Una consultazione importante nelle intenzioni, ma che, osservando i numeri, conferma una partecipazione ancora contenuta: in tutte le zone la percentuale dei votanti è rimasta bassa, con scarti significativi da un quartiere all’altro, come evidenziano i dati ufficiali del Comune contenuti nel report di scrutinio. L’affluenza totale si attesta al 4,11% con il record di Pernate dove ha votato il 10,35% degli aventi diritto.
Nonostante questo, in quasi tutti i quartieri la competizione ha registrato candidati capaci di mobilitare reti locali, famiglie, vicinati e associazioni. Il voto digitale – unico canale previsto – rappresentava per molti una novità, e questo ha probabilmente inciso sulla partecipazione, ma non ha impedito la nomina dei dieci nuovi portavoce che da oggi diventeranno il punto di riferimento per le istanze quotidiane delle rispettive aree cittadine.
Nonostante il basso coinvolgimento, sono stati scelti i portavoce per ogni zona. Ecco una panoramica, con i dati principali:
- Zona 1 (Vignale, Veveri, Sant’Antonio): con 488 votanti su più di 9.000 elettori, la consultazione ha visto prevalere Filippo Barbaglia con 205 preferenze, seguito da Manfredi Romano (145), Vincenzo Corleo (87) e Thomas Paganotti (51).
- Zona 2 (Sant’Andrea, San Rocco): ha registrato una partecipazione molto ridotta, appena 80 votanti, ma una scelta netta: Giuseppina Muscariello ha raccolto 78 preferenze, con solo due schede bianche.
- Zona 3 (Agognate, Santa Rita, San Martino): Giovanni Dell’Orco è risultato il più votato con 168 preferenze, seguito a brevissima distanza da Franco Pani con 162 voti. Una sfida serrata, decisa da appena sei voti.
- Zona 4 (Sant’Agabio): a emergere è stato Erminio Mancin, che ha ottenuto 276 preferenze, mentre Luca Facchinetti ne ha raccolte 151.
- Zona 5 (Pernate): con 293 votanti su 2.830 elettori, è quella che ha mostrato la maggiore partecipazione relativa. Luca Brustia si è imposto con 238 voti, mentre Giuseppe Depaoli ne ha ottenuti 54.
- Zona 6 (Centro, Sacro Cuore): una delle affluenze più basse, con 128 votanti su oltre 11.800 elettori. L’unica candidata, Arianna Piantanida, ha raccolto 124 voti, con quattro schede bianche.
- Zona 7 (San Paolo, area Agogna): con 344 votanti, la consultazione è stata vinta da Maurizio Settoni con 219 preferenze, mentre Simona Mondelli ne ha raccolte 123.
- Zona 8 (Gionzana, Casalgiate, Lumellogno, Pagliate): la meno popolosa, ha visto una partecipazione molto ridotta: 29 votanti su 1.543 elettori. Luca Carta ha ottenuto tutte le 29 preferenze, senza concorrenza né schede bianche.
- Zona 9 (Cittadella, Villaggio Dalmazia, Torrion Quartara): quattro candidati e 290 votanti. La più votata è Irisa Llanaj con 95 preferenze, seguita da Hermes Mantovani (77), Alessandro Allemand (72) e Roberto Moretto (44).
- Zona 10 (Bicocca, Olengo, Porta Mortara): con 526 votanti ha visto la vittoria di Marco Filo con 188 preferenze. Seguono Rosanna Russo (161), Matteo Ruggiu (105) e Simona Tiso (71).
Guardando i dati, l’impressione è duplice. Da un lato, la partecipazione rimane un nodo da sciogliere: la maggior parte dei quartieri non supera poche centinaia di votanti, nonostante bacini elettorali molto più ampi.
Dall’altro, dove la comunità è più attiva – come a Pernate o a Porta Mortara – la risposta è stata più consistente, segno che la figura del portavoce può davvero diventare uno strumento utile quando radicato nel territorio.
Ora spetterà ai dieci nuovi eletti dimostrare che questa figura non è solo una formalità, ma un canale di comunicazione che può portare risultati concreti su manutenzione, servizi, mobilità e qualità della vita quotidiana. La “macchina della partecipazione”, insomma, ha ingranato la prima: starà ai portavoce e agli stessi cittadini decidere se e quanto accelerare.




