Approvato il debito fuori bilancio sui Mondiali di hockey ma la Lega si smarca e chiede correttivi

L'intervento del capogruppo Picozzi «Ci aspettiamo che il sindaco tragga le dovute considerazioni». Fibrillazioni in maggioranza e le opposizioni espongono cartelli

La discussione sulla delibera per il riconoscimento del debito fuori bilancio legato ai lavori per i Mondiali di hockey si è trasformata in uno dei consigli comunali più accesi dell’ultimo periodo. Non solo per il merito della vicenda, già di per sé complessa, ma soprattutto per le fratture politiche emerse all’interno della maggioranza. Questa mattina, infatti, il gruppo della Lega, pur votando a favore della delibera, ha implicitamente chiesto al sindaco Alessandro Canelli un rimpasto di giunta, segnando la distanza più netta presa finora dal vicesindaco e assessore allo Sport Ivan De Grandis (Fratelli d’Italia).

Ad aprire il dibattito è stato proprio De Grandis che, come ha fatto durante tutte le commissioni dedicate alla vicenda, ha difeso l’impostazione dell’amministrazione spiegando che il debito fuori bilancio è uno strumento previsto dalla legge e che i lavori urgenti sugli impianti sportivi rientravano pienamente nel quadro normativo. De Grandis ha respinto ogni accusa di irregolarità, negando che vi fosse alcuna responsabilità personale o politica a suo carico. Una ricostruzione rigida, che puntava a riportare tutto su un piano tecnico e amministrativo piuttosto che su quello della responsabilità politica in capo all’amministrazione.

L’opposizione ha però spostato il dibattito proprio sul terreno politico. Nicola Fonzo, capogruppo del Partito Democratico, ha ripercorso l’intera vicenda ricordando ribadendo come nel caso specifico ci si trovi di fronte a una «mancanza di controllo politico» e a un assessorato che «non ha governato il processo». Sulla stessa linea sono intervenuti anche i colleghi Cinzia Spilinga e Mattia Colli Vignarelli, che hanno insistito sul tema della vigilanza politica, evidenziando come gli errori emersi fossero il segno di una gestione superficiale del procedimento. La consigliera Sara Paladini ha messo in luce le incongruenze tra gli atti prodotti dagli uffici e le giustificazioni fornite dall’assessorato, mentre Rossano Pirovano ha ricordato che la regolarizzazione del debito non cancella le responsabilità: «I grandi eventi vanno bene, ma qualcuno deve controllare cosa succede negli uffici». Anche Milù Allegra ha sottolineato la distanza tra la «narrazione trionfalistica dei Mondiali» e le difficoltà amministrative emerse.

Dal lato della maggioranza Andrea Crivelli (Forza Novara) ha preso le difese dell’operato dell’amministrazione sottolineando che «si sono intersecati in maniera consapevole temi di natura politica e amministrativa» quando invece, a suo avviso, la questione del ravvedimento appartiene alla sfera tecnica. Fratelli d’Italia ha reagito, invece, chiudendosi a difesa del vicesindaco: il consigliere Marco Gambacorta ha accusato le opposizioni di voler trasformare la discussione in un attacco personale, mentre il collega Camillo Esempio ha definito «sommario» il processo politico imbastito in aula.

L’intervento di maggior rilievo è stato quello di Michele Ragno, capogruppo di Fratelli d’Italia, che ha richiamato i sei pareri tecnici che attestano la legittimità dell’atto e ha ripercorso gli scambi avvenuti in commissione. Ragno ha messo in guardia dal ragionamento del “non poteva non sapere”: «Se quel criterio valesse, allora tutti saremmo responsabili, sia il sindaco che l’opposizione». Difendendo De Grandis, il capogruppo ha ammesso i limiti dell’assessore ma ha escluso che «possa essere ritenuto responsabile di atti che non erano di sua competenza». E rivolgendosi a chi aveva parlato con toni pesanti in commissione, ha preso una stoccata verso il consigliere della Lega, Arduino Pasquini, colpevole secondo Ragno, di aver detto «di avere i mitra contro. È una metafora in cui non mi riconosco: più che mitra vedo pistole ad acqua».

Proprio quel passaggio ha scaldato gli animi. È stato, infatti, lo stesso Pasquini ad aver preso la parola per difendersi dall’accusa di aver usato toni eccessivi, ma la tensione mostrava già che il clima dentro la maggioranza non era affatto compatto. In questo quadro, Canelli non ha assunto una posizione politica di difesa nei confronti dell’assessore Ivan De Grandis, piuttosto ha svolto una ricostruzione puntuale e tecnica delle ragioni che hanno portato la delibera in consiglio: il sindaco ha ricordato che, una volta ottenuta l’assegnazione dei Mondiali di Hockey, «non era possibile sapere a inizio 2024 quale tipologia di interventi sarebbe stata necessaria per rispettare le normative federali», comprese quelle relative alla trasmissibilità televisiva. Per questo, a maggio 2024, l’amministrazione aveva applicato l’avanzo di amministrazione sulla base delle stime preliminari: 220 mila euro di parte corrente e 440 mila euro in conto capitale, destinati agli adeguamenti degli impianti. «Attività che rientrano pienamente nelle funzioni dell’ente», ha sottolineato.

Canelli ha poi ribadito che non si è trattato di costi extra, ma di spese inserite nel capitolo già previsto. Il debito è sorto, invece, esclusivamente «dalla mancata realizzazione della determina di impegno di spesa, che compete al dirigente e al funzionario». Il sindaco ha riconosciuto problemi nell’ufficio Sport: «Inutile nascondersi dietro un dito, in quell’ufficio le cose andavano male e hanno generato procedure di tipo disciplinare». Ha spiegato che è stata la nuova dirigente del servizio a verificare gli atti e scoprire la mancanza dei documenti necessari, e che l’amministrazione ha attivato tempestivamente i controlli interni per rimettere ordine.

In conclusione, il primo cittadino ha avvertito il consiglio che un eventuale mancato riconoscimento esporrebbe il Comune a rischi rilevanti: «Le ditte, in presenza di un arricchimento patrimoniale certificato da parte dell’ente, aprirebbero un contenzioso che ci metterebbe nelle condizioni di soccombere senza alcuna ragione valida». Una linea ferma dal punto di vista tecnico, che ha evitato accuratamente di trasformarsi in una difesa politica del vicesindaco: il sindaco ha così giustificato il voto favorevole non per proteggere l’assessorato, ma per evitare un eventuale richiesta di danni all’ente.

La conferma è arrivata poco dopo, quando il capogruppo della Lega, Gaetano Picozzi, è intervenuto dopo essere rimasto in silenzio per tutta la discussione. Il suo voto favorevole è stato accompagnato da parole inequivocabili: «Il nostro sì è una mera regolarizzazione contabile. Si tratta di un voto di responsabilità nei confronti delle ditte che si aspettano di essere pagate. Non siamo d’accordo sulla gestione amministrativa approssimativa della vicenda e votiamo per responsabilità nei confronti dei cittadini e delle aziende. Ci aspettiamo che il sindaco tragga le dovute considerazioni e applichi i giusti correttivi per fare in modo che non si verifichino simili situazioni».

Una richiesta formale di intervento politico, dunque, che equivale nei fatti a una sollecitazione per un rimpasto o quantomeno per un riassetto delle deleghe. La delibera è stata approvata con venti voti favorevoli – tranne Mauro Gigantino (Fdi) che non ha partecipato al voto insieme alle minoranze.

Al termine della seduta, i consiglieri di opposizione hanno esposto cartelli contro l’assessore, ma la giornata ha lasciato una fotografia chiara: la maggioranza è uscita dall’aula più debole di come vi era entrata. La Lega ha rotto l’unità del fronte, Fratelli d’Italia si è trincerata in difesa del vicesindaco, e il sindaco ha mantenuto una posizione più istituzionale che politica. Il debito dei Mondiali, alla fine, è solo il contesto: il vero tema è la tenuta della giunta. E ora è la Lega a chiedere che qualcosa cambi.

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Immagine di Luca Galuppini

Luca Galuppini

24 anni, laureato con lode in Politics, Philosophy and Public Affairs presso l'Università degli Studi di Milano, lavora come addetto stampa.