Dal 28 ottobre al 16 novembre la Sala delle Colonne del castello di Novara ospita “Carlo Verri. Retrospettiva – musica, teatro, cultura, street photography”, una mostra inedita che raccoglie oltre cento immagini scattate nel corso dei quarant’anni di carriera del fotografo jazz di fama internazionale. L’esposizione, a ingresso gratuito, propone un viaggio visivo attraverso la musica, lo spettacolo e la vita urbana, offrendo uno sguardo intimo e potente su artisti e luoghi che hanno segnato la scena culturale italiana e internazionale.
Le fotografie di Carlo Verri raccontano il tempo con la forza del gesto e la delicatezza dello sguardo. Dai palchi dei festival jazz alle strade delle città, dai volti di attori e registi alle atmosfere sospese dei concerti, ogni immagine cattura un istante irripetibile, restituendo al pubblico l’energia della performance e la profondità dell’emozione.
La mostra sarà aperta da martedì 28 a venerdì 31 ottobre dalle 14 alle 18, e da sabato 1 a domenica 16 novembre con orario continuato 10-19 (chiusura il lunedì).
L’inaugurazione è in programma domani, venerdì 24 ottobre, alle 17.30
Un maestro dell’immagine musicale
Carlo Verri è considerato uno dei maggiori fotografi italiani di musica e spettacolo. Attivo dal 1980, ha immortalato alcuni tra i più grandi protagonisti del jazz mondiale – da Miles Davis a Max Roach, da Bill Evans a Keith Jarrett, da Herbie Hancock a Ella Fitzgerald – con un approccio che unisce rigore formale e passione autentica per la scena musicale.
Nel 1987 ha vinto il premio internazionale World Jazz Photo organizzato dalla rivista Jazz Forum, e nel tempo ha collaborato con importanti testate e festival europei, consolidando uno stile riconoscibile per la capacità di cogliere la musica “in movimento”. Le sue immagini sono state raccolte nel volume Jazz from A to Z, tradotto in più lingue, divenuto un punto di riferimento per gli appassionati di fotografia musicale.
Negli anni, Verri ha esteso il suo sguardo anche al teatro, alla cultura e alla street photography, raccontando la vitalità delle città e la poesia nascosta nei gesti quotidiani. La retrospettiva novarese mette in dialogo tutti questi linguaggi, costruendo un percorso visivo che intreccia suono, scena e vita reale.