Case di comunità, Novara fanalino di coda: 5 su 7 non saranno pronte entro il 2026

La Regione lo conferma: i cantieri del Novarese non rispetteranno i tempi del Pnrr. Rossi (Pd): «Non solo manca personale, anche i contenitori hanno problemi»

Ora non è più un rischio, è una certezza: 5 delle 7 Case di comunità previste sul territorio novarese non saranno pronte entro giugno 2026, termine ultimo fissato dal Pnrr per non perdere i finanziamenti. Lo ammette la stessa Regione Piemonte in una risposta ufficiale a un’interrogazione presentata dai consiglieri regionali Domenico Rossi e Daniele Valle, quest’ultimo vicepresidente della Commissione Sanità.

Un quadro che appare paradossale se si pensa che in piena emergenza Covid le Case di comunità erano state sbandierate come la risposta strutturale ai limiti del sistema sanitario territoriale: medicina integrata, presa in carico dei pazienti allo scopo di agevolare la sanità pubblica alleggerendo gli ospedali. Oggi, a distanza di anni, la realtà restituisce un bilancio ben diverso.

In Piemonte, delle 82 strutture previste, solo 31 sono effettivamente in funzione. Ma la concentrazione dei ritardi sul territorio novarese è impressionante: qui la Regione ha investito 38,7 milioni di euro di fondi Pnrr per 7 Case di comunità: solo Arona e Trecate risultano completate poiché già esistevano come presidi Asl, ora solo in attesa del passaggio burocratico della certificazione.

Per Novara, Borgomanero e Oleggio i progetti sono stati avviati, ma di fatto bloccati. Peggio ancora per Ghemme e Galliate dove i lavori non sono mai partiti.

La risposta fornita dall’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi non lascia spazio a dubbi: «Per Oleggio e Borgomanero sono in corso continue revisioni progettuali finalizzate al contenimento dei costi e si registrano ritardi nei procedimenti amministrativi di Soprintendenza, Comuni, Vigili del fuoco e Arpa». Per Ghemme e Galliate, invece, vengono segnalate «criticità legate alla disponibilità delle aree» con un avvio dei lavori addirittura «tra la fine di luglio e l’inizio di agosto 2026». In sostanza, ben oltre la scadenza Pnrr. Nessuna spiegazione, invece, per il cantiere di Novara che resta avvolto nel silenzio.

A questo punto una domanda è lecita: com’è possibile che solo oggi emergano criticità così rilevanti? Possibile che non siano state analizzate e risolte in fase di progettazione, o che dopo anni di annunci si scopra soltanto ora che ci sono delle criticità legate alle aree?

«Senza un piano straordinario di assunzioni, lo abbiamo ribadito tante volte in questi anni, le case della salute rischiano di essere delle belle scatole vuote. Ora scopriamo che nella provincia di Novara rischiamo di avere problemi anche per i contenitori – affermano Rossi e Valle -. Sulla base di questa risposta presenterò una nuova interrogazione specifica sulla situazione novarese. Da un lato non possiamo permetterci ritardi sul potenziamento della medicina territoriale, dall’altro c’è il rischio che superate le scadenze vengano a mancare poi i fondi. E questo sarebbe gravissimo – precisa Rossi -. Chiediamo un intervento immediato della giunta a garanzia dei progetti di medicina territoriale nel novarese: garanzie su tempistiche e sulle risorse disponibili».

Nonostante la situazione drammatica, l’assessore Riboldi parla di «un soddisfacente consolidamento dell’approccio multiprofessionale e multifunzionale ai bisogni legati alle cronicità» annunciando che nel 2026 le risorse per il personale raddoppieranno da 21 a 41 milioni di euro.

Infine, per quanto riguarda il rispetto delle scadenze del Pnrr, l’assessore spera «in una eventuale deroga temporale europea rispetto la data di giugno 2026».

Una conferma pesantissima per il novarese: a meno di un anno e mezzo dalla scadenza del Pnrr, il territorio ancora una volta fermo al palo sul tema della sanità. Le parole dell’assessore regionale confermano che non sarà possibile rispettare i tempi, mentre la Regione confida in una deroga che al momento non è garantita. Nel frattempo, le strutture restano sulla carta e Novara continua ad attendere quella rete di assistenza territoriale che, almeno nelle intenzioni, avrebbe dovuto rappresentare la vera lezione della stagione post-Covid.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Case di comunità, Novara fanalino di coda: 5 su 7 non saranno pronte entro il 2026

La Regione lo conferma: i cantieri del Novarese non rispetteranno i tempi del Pnrr. Rossi (Pd): «Non solo manca personale, anche i contenitori hanno problemi»

Ora non è più un rischio, è una certezza: 5 delle 7 Case di comunità previste sul territorio novarese non saranno pronte entro giugno 2026, termine ultimo fissato dal Pnrr per non perdere i finanziamenti. Lo ammette la stessa Regione Piemonte in una risposta ufficiale a un’interrogazione presentata dai consiglieri regionali Domenico Rossi e Daniele Valle, quest’ultimo vicepresidente della Commissione Sanità.

Un quadro che appare paradossale se si pensa che in piena emergenza Covid le Case di comunità erano state sbandierate come la risposta strutturale ai limiti del sistema sanitario territoriale: medicina integrata, presa in carico dei pazienti allo scopo di agevolare la sanità pubblica alleggerendo gli ospedali. Oggi, a distanza di anni, la realtà restituisce un bilancio ben diverso.

In Piemonte, delle 82 strutture previste, solo 31 sono effettivamente in funzione. Ma la concentrazione dei ritardi sul territorio novarese è impressionante: qui la Regione ha investito 38,7 milioni di euro di fondi Pnrr per 7 Case di comunità: solo Arona e Trecate risultano completate poiché già esistevano come presidi Asl, ora solo in attesa del passaggio burocratico della certificazione.

Per Novara, Borgomanero e Oleggio i progetti sono stati avviati, ma di fatto bloccati. Peggio ancora per Ghemme e Galliate dove i lavori non sono mai partiti.

La risposta fornita dall’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi non lascia spazio a dubbi: «Per Oleggio e Borgomanero sono in corso continue revisioni progettuali finalizzate al contenimento dei costi e si registrano ritardi nei procedimenti amministrativi di Soprintendenza, Comuni, Vigili del fuoco e Arpa». Per Ghemme e Galliate, invece, vengono segnalate «criticità legate alla disponibilità delle aree» con un avvio dei lavori addirittura «tra la fine di luglio e l’inizio di agosto 2026». In sostanza, ben oltre la scadenza Pnrr. Nessuna spiegazione, invece, per il cantiere di Novara che resta avvolto nel silenzio.

A questo punto una domanda è lecita: com’è possibile che solo oggi emergano criticità così rilevanti? Possibile che non siano state analizzate e risolte in fase di progettazione, o che dopo anni di annunci si scopra soltanto ora che ci sono delle criticità legate alle aree?

«Senza un piano straordinario di assunzioni, lo abbiamo ribadito tante volte in questi anni, le case della salute rischiano di essere delle belle scatole vuote. Ora scopriamo che nella provincia di Novara rischiamo di avere problemi anche per i contenitori – affermano Rossi e Valle -. Sulla base di questa risposta presenterò una nuova interrogazione specifica sulla situazione novarese. Da un lato non possiamo permetterci ritardi sul potenziamento della medicina territoriale, dall’altro c’è il rischio che superate le scadenze vengano a mancare poi i fondi. E questo sarebbe gravissimo – precisa Rossi -. Chiediamo un intervento immediato della giunta a garanzia dei progetti di medicina territoriale nel novarese: garanzie su tempistiche e sulle risorse disponibili».

Nonostante la situazione drammatica, l’assessore Riboldi parla di «un soddisfacente consolidamento dell’approccio multiprofessionale e multifunzionale ai bisogni legati alle cronicità» annunciando che nel 2026 le risorse per il personale raddoppieranno da 21 a 41 milioni di euro.

Infine, per quanto riguarda il rispetto delle scadenze del Pnrr, l’assessore spera «in una eventuale deroga temporale europea rispetto la data di giugno 2026».

Una conferma pesantissima per il novarese: a meno di un anno e mezzo dalla scadenza del Pnrr, il territorio ancora una volta fermo al palo sul tema della sanità. Le parole dell’assessore regionale confermano che non sarà possibile rispettare i tempi, mentre la Regione confida in una deroga che al momento non è garantita. Nel frattempo, le strutture restano sulla carta e Novara continua ad attendere quella rete di assistenza territoriale che, almeno nelle intenzioni, avrebbe dovuto rappresentare la vera lezione della stagione post-Covid.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore