Anche Novara si è unita ieri sera al flash mob nazionale “Luci sulla Palestina”, promosso dalla rete DigiunoGaza e replicato in oltre cento ospedali italiani. Davanti al Maggiore erano in 250, tra medici, operatori sanitari e cittadini, per chiedere la fine delle violenze e ricordare chi, anche negli ospedali di Gaza, ha perso la vita sotto le bombe.
La manifestazione è stata semplice ma intensa. In apertura sono stati letti i nomi dei medici e degli infermieri uccisi in questi mesi, un elenco lungo e doloroso. Poi alcune poesie, che hanno dato voce al silenzio e all’emozione dei presenti. Alle 21, come in tutta Italia, le luci si sono alzate al cielo: torce, lumini, candele e cellulari hanno illuminato per qualche minuto la facciata dell’ospedale, trasformando la piazza in un luogo di memoria e di richiesta di pace.
E non finisce qui. La città si prepara infatti a due nuove mobilitazioni nella giornata di oggi, 3 ottobre, alle 10 saranno gli studenti a scendere in piazza Puccini, mentre nel pomeriggio, alle 17, da piazza Cavour partirà il corteo indetto in occasione dello sciopero generale.
Tre appuntamenti, in meno di due giorni, che raccontano una comunità viva, capace di stringersi attorno a simboli e parole per chiedere un futuro diverso. E mentre a Novara e in tante altre città italiane si accendono le luci della solidarietà, l’attenzione è anche sul viaggio della Global Sumud Flotilla, che ha rotto il blocco navale israeliano per portare aiuti umanitari a Gaza. Due immagini diverse ma legate da un filo comune: da una parte i cortei, le torce e i gesti simbolici nelle piazze, dall’altra le navi che sfidano i blocchi. Entrambe raccontano un bisogno diffuso di non restare indifferenti, di non voltarsi dall’altra parte di fronte al genocidio in corso in Palestina.