Truffe del “Caro nipote” fra Novara e le province vicine: 4 condanne in abbreviato

L’operazione era stata portata avanti dalla polizia di Stato di Vercelli

«Mamma, nonna, ho avuto un incidente»: era quasi sempre questo il tenore della telefonata ricevuta dalla vittima di turno, in genere una persona anziana e sola. Dall’altra parte della cornetta un appartenente alle forze dell’ordine, avvocato, medico o infermiere, a volte direttamente il parente coinvolto nel sinistro stradale: «Ho travolto e ucciso una donna incinta. E’ necessario pagare le spese legali e l’assicurazione, altrimenti il rischio è di finire in carcere».

In qualche altro caso si parlava invece di malattie gravi, come il Covid, con cure costose e farmaci salva vita in arrivo dalla Svizzera. Con questa tecnica, quella cosiddetta del Caro nipote, l’organizzazione aveva commesso almeno 27 furti nelle province di Novara, Vercelli, Biella, Alessandria, e anche in Lombardia, a partire dall’aprile 2022 fino alla tarda primavera del 2023.

E per l’operazione conclusa dalla polizia di Stato di Vercelli, che vedeva come imputati per lo più nomadi di origine polacca residenti a Novara nel rione di Sant’Agabio o in frazione Agognate, e alcuni italiani abitanti nel capoluogo, a Varallo Pombia e Vespolate, accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di numerose truffe, consumate o tentate, ricettazione e sostituzione di persona, sono arrivate quattro condanne in abbreviato e una decina di rinvii a giudizio: 4 anni e 4 mesi di reclusione ad A.P., presente nella maggioranza degli episodi, 2 anni, 7 mesi e 10 giorni a M.L., e 2 anni e 6 mesi a M.L., mentre O.B. ha rimediato 3 mesi di reclusione solo per aver fatto da «palo» a un colpo a Baveno il 19 settembre 2023, quindi con l’esclusione dell’associazione.

Gli altri imputati – fatta eccezione per alcuni irreperibili prosciolti momentaneamente per mancata conoscenza dell’udienza – sono stati mandati a dibattimento, con processo che inizierà l’8 ottobre. Stabilite anche provvisionali di risarcimento del danno per le vittime costituitesi parti civili, da 10 a 64 mila euro.

Secondo l’accusa, ognuno aveva il proprio ruolo: c’era un capo promotore, mai identificato, che dirigeva le operazioni, e poi una serie di complici, telefonisti, incaricati di ritirare la merce a domicilio, o di ricevere i proventi o ancora di intestarsi fittiziamente le auto utilizzate per i «colpi». Complessivamente, in base alle indagini, il bottino si aggirerebbe attorno ai 400 mila euro. Nel Novarese le truffe sono state commesse a Pogno, Romagnano Sesia, Arona e Vaprio d’Agogna. Nessuna pietà per l’età delle vittime: 81, 82, 87, 91 anni. A Vaprio, per esempio, il 10 maggio 2023 i truffatori avevano ottenuto 35 mila euro da un ultranovantenne con problemi di deambulazione, grazie alla telefonata di una finta figlia che aveva urgente bisogno di denaro o preziosi. Il poveretto ha consegnato soldi, anelli, rubini, topazi, collane, bracciali, spille, orecchini, penne, perfino monete antiche. Aveva scoperto il raggiro solo qualche ora dopo.

Condividi:

Facebook
WhatsApp
Telegram
Email
Twitter

© 2025 La Voce di Novara - Riproduzione Riservata
Iscrizione al registro della stampa presso il Tribunale di Novara

Immagine di Redazione

Redazione

Condividi l'articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

SEGUICI SUI SOCIAL

Sezioni

Truffe del “Caro nipote” fra Novara e le province vicine: 4 condanne in abbreviato

L’operazione era stata portata avanti dalla polizia di Stato di Vercelli

«Mamma, nonna, ho avuto un incidente»: era quasi sempre questo il tenore della telefonata ricevuta dalla vittima di turno, in genere una persona anziana e sola. Dall’altra parte della cornetta un appartenente alle forze dell’ordine, avvocato, medico o infermiere, a volte direttamente il parente coinvolto nel sinistro stradale: «Ho travolto e ucciso una donna incinta. E’ necessario pagare le spese legali e l’assicurazione, altrimenti il rischio è di finire in carcere».

In qualche altro caso si parlava invece di malattie gravi, come il Covid, con cure costose e farmaci salva vita in arrivo dalla Svizzera. Con questa tecnica, quella cosiddetta del Caro nipote, l’organizzazione aveva commesso almeno 27 furti nelle province di Novara, Vercelli, Biella, Alessandria, e anche in Lombardia, a partire dall’aprile 2022 fino alla tarda primavera del 2023.

E per l’operazione conclusa dalla polizia di Stato di Vercelli, che vedeva come imputati per lo più nomadi di origine polacca residenti a Novara nel rione di Sant’Agabio o in frazione Agognate, e alcuni italiani abitanti nel capoluogo, a Varallo Pombia e Vespolate, accusati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di numerose truffe, consumate o tentate, ricettazione e sostituzione di persona, sono arrivate quattro condanne in abbreviato e una decina di rinvii a giudizio: 4 anni e 4 mesi di reclusione ad A.P., presente nella maggioranza degli episodi, 2 anni, 7 mesi e 10 giorni a M.L., e 2 anni e 6 mesi a M.L., mentre O.B. ha rimediato 3 mesi di reclusione solo per aver fatto da «palo» a un colpo a Baveno il 19 settembre 2023, quindi con l’esclusione dell’associazione.

Gli altri imputati – fatta eccezione per alcuni irreperibili prosciolti momentaneamente per mancata conoscenza dell’udienza – sono stati mandati a dibattimento, con processo che inizierà l’8 ottobre. Stabilite anche provvisionali di risarcimento del danno per le vittime costituitesi parti civili, da 10 a 64 mila euro.

Secondo l’accusa, ognuno aveva il proprio ruolo: c’era un capo promotore, mai identificato, che dirigeva le operazioni, e poi una serie di complici, telefonisti, incaricati di ritirare la merce a domicilio, o di ricevere i proventi o ancora di intestarsi fittiziamente le auto utilizzate per i «colpi». Complessivamente, in base alle indagini, il bottino si aggirerebbe attorno ai 400 mila euro. Nel Novarese le truffe sono state commesse a Pogno, Romagnano Sesia, Arona e Vaprio d’Agogna. Nessuna pietà per l’età delle vittime: 81, 82, 87, 91 anni. A Vaprio, per esempio, il 10 maggio 2023 i truffatori avevano ottenuto 35 mila euro da un ultranovantenne con problemi di deambulazione, grazie alla telefonata di una finta figlia che aveva urgente bisogno di denaro o preziosi. Il poveretto ha consegnato soldi, anelli, rubini, topazi, collane, bracciali, spille, orecchini, penne, perfino monete antiche. Aveva scoperto il raggiro solo qualche ora dopo.

© 2025 La Voce di Novara
Riproduzione Riservata